[Il 19 ottobre 1946 la seconda Sottocommissione della Commissione per la Costituzione prosegue la discussione sull'organizzazione costituzionale dello Stato.
Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda al commento all'articolo 58 per il testo completo della seduta.]
Perassi ricorda che è ancora in sospeso la determinazione del numero minimo fisso di rappresentanti per ogni regione e del coefficiente per la quota spettante in proporzione alla popolazione.
Mortati, Relatore, ritiene che una decisione al riguardo sarebbe intempestiva, laddove ancora non si conosce l'effettiva configurazione delle regioni. Per esempio, l'esistenza di più regioni di proporzioni modeste potrebbe consigliare un abbassamento del minimo fisso. È altresì del parere che dovrebbe darsi incarico ad un tecnico di fare i calcoli dei correlativi spostamenti dei due elementi.
Il Presidente Terracini conviene per quanto riguarda la quota minima, pur ritenendo che la composizione delle regioni non possa subire modifiche notevoli. Crede anche che la materia richiederà una norma transitoria, perché l'accuratezza delle indagini che occorrerà espletare non consentirà una rapida ultimazione del lavoro.
Ha invece qualche perplessità sulla convenienza di rinviare anche la precisazione del quoziente di proporzionalità, dal momento che si è assicurata ad ogni regione una rappresentanza sufficiente.
Mortati, Relatore, obietta che non si può determinare un elemento e lasciare indeterminato l'altro, perché il numero complessivo dei membri della seconda Camera sarà dato dalla somma dei due fattori e si è già stabilito che dovrà mantenersi inferiore a quello dei deputati alla prima Camera.
Perassi, a puro titolo indicativo, comunica che, adottando la quota minima di 5 e la proporzione di un rappresentante ogni 200 mila abitanti, si avrebbero 85 membri per il minimo fisso e 203 per la quota rapportata alla popolazione (totale 288); facendo invece il calcolo sulla base del numero fisso 4 e di un rappresentante ogni 150 mila abitanti si avrebbero 68 rappresentanti per il primo gruppo e 269 per il secondo (totale 337).
Il Presidente Terracini osserva che le definitive decisioni in merito alla consistenza delle regioni potranno portare spostamenti minimi, tali da non alterare in nessun caso l'equilibrio di forze tra le due Camere. Crede pertanto che potrebbe stabilirsi il quoziente di proporzionalità.
Fuschini insiste sull'opportunità di studiare insieme i due elementi, ad evitare squilibri, rilevando altresì che l'eventuale aumento dell'entità numerica della seconda Camera potrebbe anche consigliare di tornare sulle decisioni prese al riguardo nei confronti della prima Camera.
Il Presidente Terracini si rimette al parere della Sottocommissione, pur esprimendo l'avviso che la quota fissa di 5 e il quoziente di un rappresentante ogni 200 mila abitanti possa rappresentare la base per una decisione di massima, in quanto gli spostamenti in relazione al numero delle regioni non potrebbero alterare profondamente il risultato.
A cura di Fabrizio Calzaretti