[L'8 marzo 1947 l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale del progetto di Costituzione della Repubblica italiana.
Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]
Damiani. [...] L'onorevole Calamandrei ha parlato degli articoli relativi all'assistenza sanitaria, scolastica e sociale, ed ha esclamato: «Quante promesse fa questo Stato, che poi non è in condizione di poterle mantenere! Quindi è bene non farle».
No, è bene farle, perché se lo Stato non è in condizione di mantenerle ora, le manterrà in futuro. L'attuale periodo di carenza dovrà finire; passerà il rachitismo e verrà la floridezza. Per questo lottiamo. Se dovessimo pensare a vivere sempre in uno stato di disagio, la disperazione paralizzerebbe tutte le nostre energie.
Quindi lo Stato può basarsi anche su norme che pensa di applicare in avvenire.
E poi vi sarà la grande economia delle spese militari; sono miliardi che vanno al popolo e vanno per l'assistenza. Non si faranno più cannoni e bombe e nemmeno quelle atomiche e si utilizzerà questo denaro per le provvidenze necessarie. Con una corazzata che si risparmia, quanti derelitti possono essere sollevati dalla miseria! E se tutti quei miliardi che si sono buttati per conquiste varie, si fossero spesi per l'assistenza sociale e per l'agricoltura, l'Italia sarebbe un giardino. (Applausi).
Quanti comuni sono ancora senza luce, senza acqua e senza strade e con un servizio postale ridottissimo: è veramente doloroso, oltre che vergognoso.
Presidente Terracini. Onorevole Damiani, la prego di stare all'argomento.
Damiani. Mi sembra di starvi. Metto in rilievo i pregi del progetto.
A cura di Fabrizio Calzaretti