[Il 24 ottobre 1947, nella seduta pomeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue l'esame degli emendamenti agli articoli del Titolo terzo della Parte seconda del progetto di Costituzione: «Il Governo».]

Presidente Terracini. Passiamo alla Sezione II del Titolo III: La Pubblica Amministrazione. Per questa sera occorrerebbe deliberare in merito all'articolo 91. Se ne dia lettura.

Molinelli, Segretario, legge:

«I pubblici uffici sono organizzati in base a disposizioni di legge, in modo da assicurare il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione. Nell'ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari.

«Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e negli enti di diritto pubblico si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge.

«I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione.

«I pubblici impiegati membri del Parlamento non possono conseguire promozioni se non per anzianità».

[Presidente Terracini.] A questo articolo sono stati presentati alcuni emendamenti. Il primo è quello dell'onorevole Corbino, tendente a sopprimerlo.

L'onorevole Corbino ha facoltà di svolgere l'emendamento.

Corbino. Ho proposto la soppressione di tutto l'articolo per non presentare una serie di emendamenti che per essere illustrati avrebbero fatto perdere molto tempo all'Assemblea. Ho l'impressione che questo articolo contenga alcune norme completamente superflue. Qualcuna potrebbe restare, qualche altra potrebbe essere trasferita più opportunamente ad altri articoli già approvati. Ma in fondo, tutto o quasi l'articolo potrebbe essere soppresso. Se tuttavia l'Assemblea decide di esaminare i singoli capoversi, vedremo quello che si può salvare. Sin d'ora vorrei raccomandare alla Commissione di spostare all'articolo 62 l'ultimo capoverso, perché credo che sarebbe meglio collocare la relativa disposizione insieme con quella che determina i casi di incompatibilità con l'ufficio di deputato o di senatore.

Presidente Terracini. Segue l'emendamento dell'onorevole Colitto, tendente a sostituire l'intero articolo 91 con il seguente:

«L'organizzazione dell'Amministrazione centrale e di quella locale è regolata dalla legge».

Ma l'onorevole Colitto non è presente.

Corbino. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Corbino. Faccio mio, come subordinato a quello soppressivo da me proposto, l'emendamento Colitto, con il quale la materia dell'articolo 91 sarebbe riassunta in una formula assai breve.

Presidente Terracini. Sta bene. Seguono due emendamenti degli onorevoli Numeroso e Bettiol, del seguente tenore:

«Al primo comma, sopprimere le parole: in modo da assicurare il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione».

«Sostituire il terzo comma col seguente:

«I pubblici impiegati esercitano le loro funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione».

Bettiol. Vi rinunziamo.

Presidente Terracini. Sta bene. Segue l'emendamento dell'onorevole Romano, tendente a sopprimere l'ultimo comma.

L'onorevole Romano ha facoltà di svolgerlo.

Romano. L'articolo così come è formulato nella sua ultima parte, di cui ho chiesto la soppressione, contiene una vera e propria sanzione contro i funzionari dello Stato, colpevoli unicamente di essere stati eletti membri del Parlamento. Tanto valeva dichiarare la incompatibilità tra il mandato politico ed il pubblico impiego.

L'ultima parte dell'articolo 91 contiene quasi un implicito incoraggiamento al professionismo politico. Il funzionario, il quale sa che, accettando il mandato politico, dovrà rassegnarsi alla fine della sua carriera, è indotto a rinunziare ad un cammino ormai sbarrato e a darsi al professionismo politico. È di questo che bisogna preoccuparsi, è questa la mala pianta di oggi; ed è quasi puerile preoccuparsi nella Carta costituzionale della eventuale promozione dell'impiegato dello Stato, promozione che potrebbe essere sospettata di acceleramento in dipendenza della veste di deputato e di senatore.

Non aumentiamo per via indiretta le file del professionismo politico. Tutti sappiamo che la promozione per un impiegato statale importa un misero giovamento, cioè l'aumento di qualche centinaio di lire mensili. Sono le funzioni occulte, quelle che incidono nell'alta banca e nella grande industria, che possono turbare la serenità e la obiettività del mandato politico, non lo scatto del povero Travet.

Con l'ultimo capoverso, di cui ho chiesto la soppressione, per via indiretta si pongono d'altra parte i funzionari più retti dello Stato nella condizione di rinunziare a qualsiasi attività politica, e si sottrae quindi alla libera scelta dell'elettore tutta una classe benemerita, che oggi in Italia ha raggiunto quasi un milione di uomini.

Ho dato una fugace lettura all'elenco dei deputati di questa Assemblea: solo una quarantina sono alle dipendenze dello Stato: professori di Università, pochi consiglieri di Stato, tre magistrati, alcuni professori di scuole medie, qualche impiegato ferroviario e, se non erro, un maestro elementare. Se si tiene conto che gli impiegati dello Stato oltrepassano il milione, la percentuale non è preoccupante.

Bisogna poi considerare il sistema delle promozioni nel nostro ordinamento amministrativo. Le modalità variano da una amministrazione all'altra: si può essere promossi per concorso per esame, per concorso per titoli, per merito distinto, per merito comparativo, per scrutinio, per anzianità. I meno capaci arrivano con quest'ultimo sistema, cioè, per anzianità. Ebbene, all'impiegato dello Stato eletto deputato si lascia aperta solo questa via. A nulla vale che egli si distingua con esami o con pubblicazioni; la via è sbarrata. L'Amministrazione non potrà valersi di un buon elemento condannato a rimanere nel grado inferiore perché eletto deputato. È opportuno poi osservare che le influenze politiche ordinariamente operano meglio dal di fuori, quando il protetto non è nell'agone politico.

Concludendo, la norma di cui ho chiesto la soppressione è inopportuna o quanto meno eccessiva. Anche vi fosse qualche caso sporadico di quelli che hanno preoccupato i compilatori del progetto, la rarissima eccezione non deve far nascere la sensazione di carattere generale, che preventivamente colpisce tutta una classe, che più si sente legata alla vita dello Stato. (Applausi).

Presidente Terracini. L'onorevole Calamandrei ha presentato il seguente emendamento:

«Sostituire l'ultimo comma col seguente:

«I componenti del Parlamento, che siano pubblici impiegati, o impiegati di enti pubblici o controllati dallo Stato, non possono conseguire promozioni nell'impiego, né nomine ad uffici direttivi, anche temporanei, né trasferimenti».

Non essendo l'onorevole Calamandrei presente, si intende che abbia rinunziato a svolgerlo.

Invito l'onorevole Tosato ad esprimere il parere della Commissione sugli emendamenti testé svolti.

Tosato. La Commissione non può accettare la proposta radicale fatta dall'onorevole Corbino di sopprimere l'intero articolo 91, perché questo articolo contiene disposizioni aventi grande importanza costituzionale: si fissa il principio che l'organizzazione dei pubblici uffici deve essere fatta per legge; si fissa quello che nell'ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza al fine di precisare la responsabilità personale dei funzionari; si stabilisce il principio fondamentale dell'obbligo del concorso per coprire i pubblici uffici, ed infine quelli che i pubblici impiegati sono esclusivamente al servizio dell'Amministrazione e non possono, quando sono membri del Parlamento, conseguire promozioni se non per anzianità.

Sono tutti principî di carattere fondamentale, di importanza costituzionale, che la Commissione ritiene opportuno vengano fissati nella Costituzione. Si vedrà poi, in sede di coordinamento, se sia opportuno togliere qualche sovrabbondanza verbale: ma la sostanza dell'articolo dovrebbe rimanere.

Per quanto riguarda poi l'emendamento presentato dall'onorevole Romano, la Commissione dichiara di essere di parere avverso e pertanto non può accoglierlo. È da notarsi infatti che tale emendamento non tiene alcun conto della linea di conciliazione fra opposte esigenze seguita dalla Commissione. Fra la esclusione infatti di qualsiasi possibilità di promozione, di trasferimento od altro, e l'assoluto mantenimento di ogni diritto in questo senso da parte degli impiegati dello Stato che siano stati eletti deputati, la Commissione ha seguito una linea intermedia sulla quale intende rimanere ferma.

Presidente Terracini. Gli onorevoli La Rocca e Togliatti hanno presentato il seguente comma aggiuntivo:

«La legge determina i modi e le forme in cui si esercita il controllo popolare sulle pubbliche amministrazioni».

Domando se sia appoggiato.

(È appoggiato).

L'onorevole La Rocca ha facoltà di svolgerlo.

La Rocca. Signor Presidente, a me parrebbe di ingiuriare l'Assemblea se illustrassi questo emendamento, che è basato su un concetto universalmente accolto, che cioè debba essere esercitato un controllo sulla pubblica Amministrazione. Da chi? Evidentemente da chi è la fonte, la sorgente della sovranità, del potere. Noi, in sede costituzionale, non possiamo entrare in particolari e dobbiamo pertanto rinviare alla legge la determinazione dei modi e delle forme in cui questo controllo, quanto mai necessario, si esercita sulla pubblica Amministrazione.

Presidente Terracini. Invito la Commissione ad esprimere il proprio parere su questo emendamento.

Tosato. Alla Commissione sembra che questo emendamento sia per lo meno superfluo, nel senso che la legge può sempre stabilire forme di controllo non previste dalla Costituzione e non previste ancora dalle leggi vigenti. Vi sono d'altra parte già leggi fondamentali che assicurano un controllo popolare sulle pubbliche amministrazioni. Per l'Amministrazione centrale, vi sono infatti i controlli esercitati dai membri delle assemblee rappresentative; per quanto riguarda gli enti locali di pubblica amministrazione, sia regionali che provinciali e comunali, il controllo è esercitato attraverso gli organi rappresentativi di questi enti locali.

La possibilità di stabilire ulteriori forme di controlli popolari sulla pubblica Amministrazione, secondo le esigenze fatte presenti dagli onorevoli presentatori, non è affatto esclusa; non essendovi alcuna disposizione costituzionale che ponga in materia divieti, una estensione e un ulteriore incremento dei controlli popolari è sempre possibile. Perciò l'emendamento proposto appare superfluo.

Presidente Terracini. Domando agli onorevoli colleghi che hanno presentato emendamenti all'articolo 91 se, dopo le dichiarazioni dell'onorevole Tosato, li mantengano. Onorevole Corbino?

Corbino. Rinunzio al mio emendamento e anche a quello dell'onorevole Colitto.

Presidente Terracini. Onorevole Romano?

Romano. Mantengo il mio emendamento.

Presidente Terracini. Non essendo presente l'onorevole Calamandrei, l'emendamento si intende decaduto. Onorevole La Rocca?

La Rocca. Insistiamo.

Presidente Terracini. Passiamo allora alle votazioni. Voteremo l'articolo 91 comma per comma.

[Le dichiarazioni di voto e le votazioni dei primi due commi del testo del Progetto, sono riportate a commento dell'articolo 97.]

Pongo ai voti il terzo comma nel testo del progetto:

«I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione».

(È approvato).

Ricordo che l'onorevole Romano ha presentato un emendamento soppressivo dell'ultimo comma, il quale, nel testo del progetto, è del seguente tenore:

«I pubblici impiegati membri del Parlamento non possono conseguire promozioni se non per anzianità».

Pongo in votazione questo comma, ricordando che i colleghi favorevoli all'emendamento soppressivo manifesteranno la loro volontà votando contro il comma stesso.

(Dopo prova e controprova, è approvato).

Pongo ora in votazione il comma aggiuntivo proposto dagli onorevoli La Rocca e Togliatti che rileggo:

«La legge determina i modi e le forme in cui si esercita il controllo popolare sulle pubbliche amministrazioni».

(Non è approvato).

Il testo approvato dell'articolo 91 è pertanto quello del progetto, con la soppressione, nel secondo comma, delle parole «e negli enti di diritto pubblico».

 

PrecedenteSuccessiva

Home

 

 

A cura di Fabrizio Calzaretti