[L'11 novembre 1947, nella seduta antimeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale dei seguenti Titoli della Parte seconda del progetto di Costituzione: Titolo IV «La Magistratura», Titolo VI «Garanzie costituzionali». — Presidenza del Vicepresidente Targetti.
Vengono qui riportate solo le parti relative al tema in esame, mentre si rimanda alle appendici generali della Parte seconda per il testo completo della discussione.]
Sardiello. [...] Quando avremo, in tutti i modi possibili, con ogni forza, elevato moralmente e materialmente la Magistratura, nella sua libertà, nella austerità della legge, nella luce della coscienza, ed allora potremo allargare pure le file, aprire le porte alle donne.
Si è insorti contro l'ammissione delle donne nella Magistratura. Consentitemi, onorevoli colleghi, che io non condivida l'apprensione. Questi allarmi apocalittici mi riportano alla mente certi antichi versi stecchettiani contro quelli che lamentavano non so più che innovazioni letterarie: «Vennero i Goti, i Visigoti e il resto; e dopo tutto questo, che cosa venne poi? Venne il Manzoni».
Sono preoccupazioni non nuove; le abbiamo udite, le stesse, quando è sorta la questione della iscrizione della donna all'albo degli avvocati. Ogni avvocato si vide la toga strappata di dosso, perché passasse sugli omeri più gentili di una collega. Ma sono venute le donne avvocato, pochine invero, e non abbiamo sofferto di vederle impegnate quasi esclusivamente in curatele, in attribuzioni confacenti alla loro indole. E si è fatto rumore anche per la donna deputato, e sono venute le egregie colleghe, pochine o poche, ma le abbiamo ascoltate con interesse a proposito di argomenti al loro spirito tanto vicini: problemi scolastici, educativi.
Nessun allarme. La realtà della vita lima gli eccessi. Verranno così anche le donne giudici, e non mi dispiacerà di vederne qualcuna in un tribunale per minorenni.
Mi meraviglia l'emendamento proposto da una collega, la collega Federici, che si fa banditrice dell'esclusione delle donne.
Federici Maria. No. Il mio emendamento propone di sopprimere le limitazioni, non di espellere le donne dalla Magistratura.
Sardiello. Leggo qui una proposta pura e semplice di soppressione dell'articolo 98 e devo pensare che abbia quel significato. Comunque prendo atto della rettifica.
Onorevoli colleghi, quello che preoccupa nella funzione del giudicare non è, come si è detto da qualche collega avversario delle donne (delle donne giudici, si intende), il particolare temperamento psichico. Il pericolo più grave della funzione del giudicare è un altro, ed è l'ignoranza. Ed all'ignoranza, onorevoli colleghi, l'articolo 96 apre invece ufficialmente le porte.
A cura di Fabrizio Calzaretti