[Il 29 ottobre 1947, nella seduta pomeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue l'esame degli emendamenti agli articoli del Titolo quinto della Parte seconda del progetto di Costituzione: «Le Regioni e i Comuni».]

Presidente Terracini. Onorevoli colleghi, essendosi concluso stamane lo svolgimento degli emendamenti presentati alla prima disposizione transitoria, terzo comma, prego l'onorevole Ruini di volere esprimere il parere della Commissione.

Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione. Domando scusa se stamane, per dovere d'ufficio, non son potuto intervenire alla seduta. Del resto, ero quasi in congedo regolare, perché avevo avvertito il nostro Presidente.

Esaminerò brevemente gli emendamenti proposti in sede dell'ultimo comma dell'articolo 1 delle disposizioni transitorie.

Devo ricordare che quando, un anno fa, la Commissione formulò questi articoli delle disposizioni transitorie, era partita dal concetto di trovare una formula molto elastica, che consentisse di essere applicata, come nella commedia di Pirandello, ad uno, a diecimila o a centomila. Si era adottato la formula «per responsabilità fasciste» in generale.

Recentemente, durante la discussione del disegno di legge sulla eleggibilità, l'Assemblea ha deliberato di sospendere la discussione dell'articolo 47 del disegno e di decidere prima, in sede Costituente, la questione della norma costituzionale; che ora appunto dobbiamo esaminare.

Ci siamo trovati in Comitato di fronte a tre proposte di soppressione, presentate dall'onorevole Russo Perez, dall'onorevole Marinaro e dall'onorevole Dominedò.

Il Comitato ha ripreso in considerazione la formula precedente, e ne ha nuovamente constatato la elasticità e possibilità di adattamento ai casi concreti. Non si è però opposto — e qui vi è stata concordia si può dire assoluta di tutti i partiti, — a tener conto delle tendenze generali che si sono delineate, nella legislazione e nell'azione politica d'ogni genere, e che si potrebbero esprimere così: amnistia ed oblio per gli ex fascisti, se non ebbero gravi responsabilità; severità per i recidivi, per i neofascisti; severità spietata per quelli che, approfittando del perdono, insidiano nuovamente lo Stato democratico.

Il Comitato è disposto ad andare incontro alle nuove tendenze ed all'esigenza di prendere atteggiamenti definitivi in una discussione che si trascina troppo a lungo. Ma non può accogliere le proposte di soppressione. Basta un solo cenno, ed anche qui siamo stati tutti d'accordo; non è concepibile che entri qui dentro, come rappresentante del Paese, un ex presidente del Tribunale straordinario del regime fascista.

Vi sono proposte subordinate degli onorevoli colleghi, che ho ricordato, e che chiedevano in via principale la soppressione. Sostengono che in ogni caso si debbano rispettare le disposizioni di legge già prese ed i giudicati emessi in base ad essi. A prescindere che non si tratta di veri giudicati, ma di iscrizioni o meno nelle liste, da parte di Commissioni elettorali, mi limito ad osservare che la tesi degli onorevoli colleghi sarebbe controoperante, giacché da più Commissioni si sono fatte assai larghe esclusioni che bisognerebbe rispettare. So che questo rilievo ha convinto alcuni dei proponenti.

Vi sono poi tesi intermedie, di cui non è traccia completa negli emendamenti, e che sono venute in luce durante l'esame del Comitato. Si possono considerare tre punti di maggiore larghezza: sostituire alla formula «sono esclusi», la formula «possono essere esclusi»; limitarsi a colpire l'eleggibilità e non l'elettorato; ridurre ad un quinquennio il termine massimo delle limitazioni. Questo ultimo concetto è espresso in un emendamento testé presentato dall'onorevole Mortati. Il Comitato non si è pronunciato espressamente: ma, sentiti alcuni colleghi, dichiaro che, se non fa sua, non si oppone alla proposta Mortati.

È stata pur presentata, testé, una proposta di colleghi per mantenere il testo della disposizione, quale è nel progetto presentato all'Assemblea. Ripeto che, a mio avviso, la formula, per la sua elasticità, potrebbe essere benissimo conservata; ma, come vi ho detto, il Comitato ha ritenuto di dover attenuare in certo modo l'espressione, e mettere qui il criterio che si è manifestato (specialmente da un anno a questa parte, e cioè da quando fu approvata la prima formula): che non si devono colpire tutti i fascisti, ma i capi responsabili del fascismo. La nuova formula non è che la inserzione del principio che ormai appartiene al clima politico e giuridico della Repubblica.

Sulla nuova formula finì per essere unanime il Comitato, con adesione dei rappresentanti dei vari Gruppi politici, tranne il liberale.

Che cosa è necessario ora? È necessario determinare i casi ai quali debbono applicarsi le limitazioni stabilite dalla disposizione della Costituzione. L'onorevole Mortati proponeva che l'elencazione fosse inclusa senz'altro nell'articolo primo della disposizione transitoria della Costituzione. Comprendo che si tratta di una norma transitoria; ma che si debba mettere nella Costituzione un lunghissimo elenco di questo genere, non mi pare cosa opportuna: se non altro per esigenze d'ordine formale e, direi, d'estetica costituzionale, che pur hanno il loro valore. Respinta tale proposta, è prevalsa l'idea di formulare ed approvare un ordine del giorno: e così si è fatto, e su esso riferirà l'onorevole Uberti.

L'ordine del giorno si ispira al criterio di finirla una buona volta con incertezze e discussioni interminabili. Bisogna evitare nuovi esami di discriminazione individuale, e di giudizi caso per caso, che hanno in realtà provocato il fallimento dell'epurazione nel nostro Paese. Si è voluto, per un concetto superiore di giustizia, valutare ogni singola posizione; ma l'amministrazione italiana non è stata capace di autoepurarsi, anche con gli organi appositamente costituiti. L'errore del sistema delle valutazioni individuali è risaltato poi nella recente amnistia. Bisogna a tali metodi sostituire quello di un'applicazione automatica e meccanica, senza alcuna incertezza. Ciò porterà ad alcune imperfezioni ed inconvenienti; ma saranno sempre incomparabilmente minori di quelli in cui si incorrerebbe riaprendo la porta a giudizi e discriminazioni, che darebbero luogo fatalmente, come l'esperienza dimostra, a maggiori disparità. La volontà del Paese è che si finisca con l'incertezza.

L'ordine del giorno è stato compilato con una elencazione tale che colpisce i fascisti che hanno avuto maggior responsabilità nel fascismo, senza che si debbano fare nuovi giudizi individuali; si è studiato il modo di un'applicazione veramente automatica.

L'ordine del giorno sarà votato dalla nostra Assemblea in sede di Costituente; e cioè — come abbiamo fatto in altri casi — avrà un valore vincolante per le future deliberazioni della nostra Assemblea. Bisogna evitare che si possa, con leggi ordinarie, procedere a mutazioni o in senso troppo largo o in senso troppo tenue. Sembra che la via seguita sia la più giusta. Il Comitato, lo ripete ancora una volta, ritiene che si debba concedere perdono ed oblio agli ex fascisti, salvo che non abbiamo colpe speciali o che vi siano incompatibilità insuperabili (come vi sono, in certi casi, in materia elettorale). Nel tempo stesso bisogna essere severi per i fascisti recidivi; e spietatamente severi per i perdonati che tornano ad insidiare l'Italia. (Applausi).

Presidente Terracini. Chiedo ora ai vari presentatori di emendamenti se, dopo le considerazioni del Presidente della Commissione, li mantengono.

L'onorevole Russo Perez aveva proposto, con altri colleghi, il seguente emendamento.

«Sopprimere il comma.

«Ove l'emendamento soppressivo non fosse approvato, sostituire il comma col seguente:

«Possono essere stabilite con legge limitazioni temporanee alla eleggibilità e al diritto di voto per responsabilità fasciste, purché non si estendano a casi non contemplati da precedenti leggi e l'elettore non sia stato già sottoposto a giudizio individuale, nel qual caso sarà da rispettare il giudicato».

Onorevole Condorelli, vuol dichiarare lei se mantiene l'emendamento, che reca anche la sua firma?

Condorelli. Lo mantengo.

Presidente Terracini. L'onorevole Colitto aveva proposto il seguente emendamento:

«Sopprimere il comma.

«Subordinatamente, aggiungere: In nessun caso, però, potrà derogarsi a leggi precedenti più favorevoli e saranno rispettati i giudicati».

Lo mantiene?

Colitto. Lo mantengo.

Presidente Terracini. L'onorevole Benedettini aveva proposto il seguente emendamento:

«Sopprimere il comma.

«Subordinatamente, dopo le parole: responsabilità fasciste, aggiungere: individuali già accertate con provvedimento definito.

«La limitazione non può essere superiore ad anni cinque».

Lo mantiene?

Benedettini. Sì, lo mantengo.

Presidente Terracini. L'onorevole Monticelli aveva presentato il seguente emendamento, che non aveva svolto, non essendo presente.

«Fino ad un quinquennio dalla entrata in vigore della Costituzione la legge può stabilire una limitazione alla eleggibilità e al diritto di voto per rilevanti responsabilità nell'ex regime fascista».

Poiché non è presente, il suo emendamento si intende decaduto.

L'onorevole Mortati aveva presentato il seguente emendamento sostitutivo:

«In deroga all'articolo 45, la legge potrà stabilire, per non oltre un quinquennio dalla data di entrata in vigore della Costituzione, limitazioni alla eleggibilità ed al diritto di voto per coloro che sono da ritenere responsabili, in grado eminente, della formazione e del mantenimento del cessato regime fascista per la natura delle cariche ricoperte o dell'attività esercitata, obiettivamente determinata, in una delle seguenti categorie:

membri del Governo, del gran consiglio, degli organi legislativi, del tribunale speciale, della milizia volontaria sicurezza nazionale, delle gerarchie del partito fino al grado di segretario provinciale; funzionari direttivi militari e civili della cosiddetta repubblica sociale».

Lo mantiene?

Mortati. Lo mantengo limitatamente all'introduzione dell'inciso in merito all'articolo 45.

Presidente Terracini. L'onorevole Schiavetti aveva proposto di tornare al testo del progetto.

Onorevole Schiavetti, mantiene la sua proposta?

Schiavetti. La mantengo.

Presidente Terracini. L'onorevole Dominedò ha proposto di sopprimere il comma.

Mantiene l'emendamento?

Dominedò. Lo mantengo.

Presidente Terracini. Abbiamo, dunque, come base della discussione, il nuovo testo della Commissione, del seguente tenore:

«Sono stabilite con legge limitazioni temporanee alla eleggibilità ed al diritto di voto per i capi responsabili del regime fascista».

L'onorevole Schiavetti ha proposto di ritornare al primitivo testo del progetto:

«Sono stabilite con legge limitazioni temporanee alla eleggibilità e al diritto di voto per responsabilità fasciste».

Questo è l'emendamento più radicale al nuovo testo e pertanto ritengo debba essere posto per primo in votazione.

Cianca. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Cianca. Ho ascoltato le spiegazioni date dal Presidente del Comitato di redazione per quanto riguarda la sostituzione della nuova formula all'antica. Il Presidente mi consentirà di dirgli che i suoi argomenti non mi hanno assolutamente persuaso. Egli ha detto che, in fondo, il concetto ispiratore che ha mosso il Comitato alla sostituzione è stato questo: oblio del passato; severità verso il neo-fascismo.

Ora, io ritengo che la formula «oblio del passato», se può avere un significato morale e sentimentale, è sul piano politico assolutamente irrazionale. Noi dobbiamo tener conto di quello che il passato rappresenta, per premunirci contro tutti i possibili ritorni di un tale passato. Quindi, ripeto, il criterio ispiratore del Comitato di redazione non è, a mio giudizio, un criterio politicamente accettabile.

Ma io penso che la dizione nuova del Comitato debba essere respinta, soprattutto perché esiste una contraddizione evidente, segnalata già questa mattina dal collega Schiavetti, tra l'emendamento della Commissione e l'ordine del giorno dalla Commissione stessa proposto. Infatti, nel nuovo comma della Commissione si parla dei capi responsabili del fascismo, mentre nell'ordine del giorno sono elencate le categorie a cui la formula «capi responsabili del fascismo» non potrebbe essere applicata.

D'altronde devo aggiungere che se la Commissione aveva il diritto e la facoltà di modificare la formula, non aveva, a mio giudizio, il diritto di elencare queste categorie, in quanto, ferma la norma costituzionale, si trattava di considerare le modalità dell'applicazione di questa norma nella sede della legge sull'elettorato attivo.

Perciò io sono contrario alla votazione stessa dell'ordine del giorno, in quanto penso che la Commissione dei diciotto non può assolutamente entrare in questo campo, che spetta al libero esame e al sovrano giudizio dell'Assemblea in sede competente, quando cioè verrà in discussione la legge sull'elettorato. E penso che si debba rigettare la formula nuova della Commissione, sia per il contrasto accennato fra la formula stessa e l'ordine del giorno che la segue, sia perché la formula «capi responsabili del fascismo» si presta a tutti gli equivoci e a tutti i sotterfugi.

Noi dobbiamo assolutamente premunirci contro qualsiasi ritorno del passato. Siamo pronti ad obliare il passato sul piano sentimentale: tradiremmo il nostro mandato se l'obliassimo sul piano politico. (Applausi a sinistra).

Condorelli. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Condorelli. Io voterò contro l'emendamento Schiavetti e contro tutti gli altri emendamenti, per ragioni di stretta legalità, alle quali, a mio giudizio, non è possibile sottrarsi.

Lascio da parte le ragioni di legittimità circa il fondamento etico, politico, e giuridico di questa legge. Ma vi sono nella legislazione vigente delle preclusioni a che noi votiamo nel senso proposto.

Vi è stato il decreto-legge 27 luglio 1944, n. 159, che prevedeva questa sanzione di sospensione del diritto elettorale e prevedeva precisamente delle categorie comprendenti coloro che si erano resi colpevoli di mal costume fascista, coloro che con atti rilevanti avevano contribuito al mantenimento del fascismo, i gerarchi, i capi del fascismo, che dovevano essere precisamente determinati in un elenco che si demandava al Presidente del Consiglio.

Questo elenco è stato fatto con decreto 2 febbraio 1945. Poi è succeduta la legge del 26 aprile 1945, n. 149, nella quale si stabilì che le Commissioni provinciali avrebbero dovuto irrogare la sospensione dal diritto elettorale da uno a dieci anni entro un anno dall'entrata in vigore di quel decreto, cioè entro il 29 aprile 1946.

Queste sanzioni così previste, stabilite e regolate da una procedura, sono state irrogate. Vi sono stati dei giudizi che hanno avuto per esito l'ordinanza di condanna o l'ordinanza di assoluzione. Comunque, è cosa fatta e il termine è da tempo consumato.

Quando approvassimo questa norma transitoria o uno qualsiasi degli emendamenti che non fosse soppressivo, noi compiremmo una enormità, noi riapriremmo dei termini ormai chiusi da quasi due anni, noi distruggeremmo i giudicati, perché a coloro che hanno avuto irrogata una pena di due, di tre, di quattro, di cinque anni, dovremmo irrogarla adesso di dieci o di quel diverso numero di anni che si volesse stabilire. Coloro che sono stati assolti potrebbero essere condannati!

Sarebbe una enormità tale, che io non comprendo come ancora se ne possa discutere!

Io ieri, discutendo di un problema affine, in quest'Aula mi son sentito dire da un collega, della cui fede democratica non oserei discutere, che la legge è libera, il legislatore fa quel che vuole, non può trasformare un maschio in femmina o viceversa, ma quanto ad altro può fare quello che vuole. Formalmente questo è esatto, ma io gli dico che non è, questo, dettame democratico! Questo può essere dettame di assolutismo di Stato, che può essere assolutismo monarchico o assolutismo repubblicano. Ma la legislazione dei paesi civili ha dei limiti morali ed ha dei limiti nell'equilibrio dei poteri che regolano la vita civile! Una legge che violasse i giudicati, che violasse i diritti quesiti, andrebbe contro i più naturali principî della civiltà giuridica ormai consacrati, ed io, come italiano, sarei dolente ed umiliato di vedere sancita nella Carta costituzionale del nostro Paese, sulla quale si dovrebbe costruire la nostra vita politica — speriamo per non lungo tempo! — una enormità simile! (Commenti).

Presidente Terracini. Comunico che mi è pervenuta una domanda di votazione per appello nominale sull'emendamento Schiavetti, firmata dagli onorevoli Cianca, Lussu, Schiavetti, Bordon, Pistoia, Nasi, Bennani, Spallini, Carpano Maglioli, Bianchi Bianca, Grazzi, Foa, Bellusci, Binni, Costantini[i].

Nenni. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Nenni. Io chiederei alla Commissione, per finire questa discussione che mi sembra inutile, se non possa accettare lo spirito con cui è stata modificata la dizione della norma transitoria, essendo evidente l'osservazione fatta dall'onorevole Schiavetti, cioè che c'è un contrasto fra la dizione della norma statutaria e l'ordine del giorno.

Ora, noi dichiariamo che voteremo l'ordine del giorno così come è stato predisposto dal Comitato di redazione, ma che preferiremmo che il Comitato accettasse la proposta dell'onorevole Schiavetti, e cioè ripristinasse la vecchia formula, che avrebbe ora la sua interpretazione nell'ordine del giorno che noi voteremo.

Moro. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Moro. Dichiaro che il mio Gruppo voterà contro l'emendamento Schiavetti e in favore del testo della Commissione, con l'emendamento Mortati.

Presidente Terracini. Prego l'onorevole Ruini di esprimere il pensiero della Commissione, sulle osservazioni dell'onorevole Nenni.

Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione. Vorrei far presente all'onorevole Nenni che le cose vanno considerate nel loro complesso. Si è realizzato in seno al Comitato un accordo, cui hanno partecipato anche i rappresentanti del suo Gruppo. La nuova formula del capoverso e l'ordine del giorno sono l'espressione di tale accordo. So che l'onorevole Nenni condivide pienamente il criterio che si debbano evitare ormai giudizi, valutazioni e discriminazioni caso per caso, e si debban stabilire criteri obiettivi e definitivi.

Ciò che più importa non è la formula del capoverso, è l'ordine del giorno che deve passare. Se chi ha proposto di tornare alla formula anteriore del capoverso, dichiara nello stesso tempo di votare l'ordine del giorno, come ha dichiarato di fare l'onorevole Nenni, non avrei difficoltà ad accogliere il desiderio di ripristinare la precedente espressione. Ma purché si voti l'ordine del giorno. Trattandosi, in sostanza, di un tutto inscindibile, attendo le dichiarazioni dei proponenti.

[...]

Presidente Terracini. Indico la votazione nominale sull'emendamento Schiavetti, che propone di ritornare al testo del progetto:

«Sono stabilite con legge limitazioni temporanee alla eleggibilità e al diritto di voto per responsabilità fasciste».

Estraggo a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.

(Segue il sorteggio).

Comincerà dal deputato Vischioni. Si faccia la chiama.

Presidenza del Vicepresidente Conti

Schiratti, Segretario, fa la chiama.

Rispondono sì:

Amadei, Amendola, Arata, Assennato, Azzi.

Baldassari, Barbareschi, Bardini, Barontini Anelito, Barontini Ilio, Bei Adele, Bellusci, Bennani, Bernabei, Bernamonti, Bernardi, Bianchi Bianca, Bianchi Bruno, Binni, Bitossi, Bocconi, Boldrini, Bonomelli, Bordon, Bucci.

Cacciatore, Caldera, Calosso, Canevari, Caporali, Cavallotti, Cerreti, Cevolotto, Chiostergi, Cianca, Codignola, Colombi Arturo, Corbi, Cosattini, Costa, Costantini, Cremaschi Olindo.

D'Aragona, Della Seta, De Mercurio, De Michelis Paolo, D'Onofrio.

Fantuzzi, Farina Giovanni, Farini Carlo, Fedeli Armando, Ferrari Giacomo, Filippini, Finocchiaro Aprile, Fiorentino, Fioritto, Foa, Fogagnolo, Fornara.

Gallico Spano Nadia, Gasparotto, Gavina, Gervasi, Ghidetti, Giacometti, Giolitti, Giua, Gorreri, Grazi Enrico, Gullo Fausto, Gullo Rocco.

Imperiale, Iotti Nilde.

Laconi, Lami Starnuti, Landi, La Rocca, Leone Francesco, Li Causi, Lombardi Carlo, Lombardi Riccardo, Longhena, Longo, Lopardi, Lozza, Lussu.

Macrelli, Maffi, Magnani, Magrini, Malagugini, Maltagliati, Marchesi, Mariani Enrico, Mattei Teresa, Matteotti Matteo, Mazzoni, Merlin Angelina, Mezzadra, Minella Angiola, Minio, Molinelli, Momigliano, Montagnana Rita, Morandi, Moranino, Morini, Moscatelli, Musolino.

Nasi, Negro, Nenni, Nobile Umberto, Nobili Tito Oro, Novella.

Pacciardi, Pajetta Giuliano, Parri, Pastore Raffaele, Pellegrini, Persico, Pesenti, Piemonte, Pieri Gino, Pignatari, Pistoia, Pollastrini Elettra, Pressinotti, Preziosi, Priolo, Pucci.

Reale Eugenio, Ricci Giuseppe, Rossi Giuseppe, Rossi Maria Maddalena, Ruggeri Luigi, Ruggiero Carlo.

Salerno, Sansone, Santi, Scarpa, Schiavetti, Scoccimarro, Scotti Francesco, Secchia, Sereni, Sicignano, Silipo, Simonini, Spallicci, Stampacchia.

Tega, Togliatti, Tomba, Tonello, Treves.

Varvaro, Vernocchi, Veroni, Vigna, Villani, Vischioni.

Zanardi, Zuccarini.

Rispondono no:

Ambrosini, Andreotti, Angelini, Arcaini, Arcangeli, Avanzini.

Badini Confalonieri, Balduzzi, Baracco, Bastianetto, Bazoli, Bellato, Belotti, Bencivenga, Benedettini, Benvenuti, Bergamini, Bertola, Bertone, Bettiol, Biagioni, Bianchini Laura, Bonino, Bonomi Paolo, Bosco Lucarelli, Bozzi, Braschi, Brusasca, Bubbio, Burato.

Caccuri, Camposarcuno, Cannizzo, Cappa Paolo, Cappelletti, Cappi Giuseppe, Cappugi, Carbonari, Carboni Enrico, Caronia, Carratelli, Caso, Cassiani, Castelli Edgardo, Castelli Avolio, Castiglia, Chieffi, Ciampitti, Ciccolungo, Cimenti, Cingolani Mario, Clerici, Coccia, Codacci Pisanelli, Colitto, Colombo Emilio, Colonnetti, Condorelli, Coppa Ezio, Coppi Alessandro, Corbino, Corsanego, Corsini, Cotellessa, Covelli, Cremaschi Carlo.

De Caro Gerardo, De Caro Raffaele, Del Curto, Delli Castelli Filomena, De Maria, De Martino, De Michele Luigi, De Palma, De Unterrichter Maria, Di Fausto, Dominedò, Dossetti.

Ermini.

Fabbri, Fabriani, Fantoni, Ferrarese, Ferrario Celestino, Ferreri, Foresi, Franceschini, Fuschini, Fusco.

Gabrieli, Galati, Garlato, Gatta, Geuna, Giacchero, Giordani, Gonella, Gotelli Angela, Grassi, Gronchi, Guariento, Guerrieri Emanuele, Guerrieri Filippo, Gui, Guidi Cingolani Angela.

Jervolino.

La Gravinese Nicola, Lagravinese Pasquale, La Pira, Lazzati, Lettieri, Lizier.

Malvestiti, Mannironi, Manzini, Marazza, Marconi, Marina Mario, Marinaro, Martinelli, Martino Gaetano, Marzarotto, Mastino Gesumino, Mastrojanni, Mattarella, Mazza, Meda Luigi, Merlin Umberto, Miccolis, Micheli, Monterisi, Monticelli, Morelli Luigi, Morelli Renato, Moro, Mortati, Murgia.

Nicotra Maria, Nitti, Notarianni, Numeroso.

Pallastrelli, Pat, Pecorari, Pella, Penna Ottavia, Perlingieri, Perrone Capano, Perugi, Piccioni, Pignedoli, Ponti, Proia, Puoti.

Quarello, Quintieri Adolfo.

Raimondi, Rapelli, Reale Vito, Recca, Restagno, Riccio Stefano, Rivera, Rodi, Rodinò Ugo, Rognoni, Romano, Rubilli, Ruini, Russo Perez.

Saggin, Salizzoni, Sampietro, Scalfaro, Scelba, Schiratti, Scoca, Selvaggi, Storchi, Sullo Fiorentino.

Tambroni Armaroli, Taviani, Terranova, Titomanlio Vittoria, Togni, Tosi, Tozzi Condivi, Trimarchi, Tumminelli, Tupini, Turco.

Uberti.

Valenti, Vallone, Vanoni, Venditti, Viale, Vicentini, Villabruna.

Zaccagnini, Zotta.

Si sono astenuti:

Conti.

Scotti Alessandro.

Sono in congedo:

Abozzi, Angelucci.

Cairo, Caristia, Carmagnola, Caroleo, Cavallari.

Dozza, Dugoni.

Jacini.

Porzio.

Ravagnan, Romita, Rumor.

Sardiello.

Tosato.

Presidente Conti. Dichiaro chiusa la votazione ed invito gli onorevoli Segretari a procedere al computo dei voti.

(Gli onorevoli Segretari fanno il computo dei voti).

Presidenza del Presidente Terracini

Presidente Terracini. Comunico il risultato della votazione nominale:

Presenti.......................... 367
Votanti...................... 365
Astenuti......................... 2
Maggioranza.............. 183
Hanno risposto ....... 164
Hanno risposto no..... 201

(L'Assemblea non approva).

Presidente Terracini. Avverto che non porrò in votazione gli emendamenti soppressivi presentati dagli onorevoli Russo Perez, Colitto, Benedettini e Dominedò, che potranno essere implicitamente votati respingendo le formulazioni proposte. Porrò, invece, in votazione, gli emendamenti sostitutivi proposti, in via subordinata, dagli onorevoli Benedettini, Colitto e Russo Perez.

Russo Perez. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Russo Perez. Penso che debba esser posta in votazione prima la proposta principale, cioè la soppressione del comma, e poi la subordinata.

Presidente Terracini. Onorevole Russo Perez, come di consueto non porrò in votazione le proposte soppressive.

Colitto. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Colitto. Una volta respinto l'emendamento Schiavetti, penso che si debba votare la formulazione della Commissione. Tale votazione penso che si dovrebbe fare, prima che si scenda alla subordinata. Se tale formulazione venisse respinta, sarebbe accettato il nostro emendamento soppressivo. Se, invece, venisse accettata, si potrebbe allora passare alla votazione della subordinata.

Presidente Terracini. Non vedo in qual modo si possa seguire questa sua indicazione, onorevole Colitto, perché come potremmo mettere in votazione una formulazione, che rappresenta un emendamento al testo principale, dopo aver votato il testo principale che per norma regolamentare e per logica non può non essere votato per ultimo, respinti che siano gli emendamenti?

Colitto. Il Comitato di redazione propone che al terzo comma dell'articolo 1 sia sostituito questo comma: «Sono stabilite con legge limitazioni temporanee alla eleggibilità ed al diritto di voto per i capi responsabili del regime fascista». Ora a me pare che, se questo emendamento fosse approvato, si potrebbe passare alla subordinata; se venisse, invece, respinto, dovrebbe dirsi accolto il nostro emendamento soppressivo. È perciò che io chiedo che si ponga in votazione detto comma, e poi, l'emendamento soppressivo.

Presidente Terracini. Poiché il suo emendamento e quello dell'onorevole Benedettini possono considerarsi non sostitutivi ma aggiuntivi, potranno esser messi in votazione dopo la formulazione dell'onorevole Russo Perez, che è sostitutiva di tutto il testo della Commissione e che quindi deve esser posta in votazione per prima.

Condorelli. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Condorelli. Io debbo dichiarare che non mi persuade logicamente il metodo di votazione, perché allora noi saremmo costretti a votare contro quello che abbiamo proposto. Noi che siamo per la soppressione come dobbiamo votare? A me pare che si debba discutere prima se conservare o non conservare l'articolo, e poi cominciare a passare agli emendamenti ed allora potremmo orientarci. Se si stabilisce che un articolo ci debba essere, il quale preveda comunque queste responsabilità fasciste, vedremo poi come si deve fare; ma noi che sosteniamo che non ci deve essere, verremo messi in contraddizione con noi stessi, se costretti a votare la nostra subordinata, ed a precludere col nostro voto sull'emendamento la messa in votazione della proposta soppressiva.

Russo Perez. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Russo Perez. Dichiaro di rinunciare al mio emendamento, e di aderire a quello dell'onorevole Benedettini.

Presidente Terracini. Allora, onorevoli colleghi, votiamo dapprima la formulazione della Commissione e successivamente le due proposte di emendamenti aggiuntivi degli onorevoli Colitto e Benedettini.

Benedettini. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Benedettini. Ponendo in votazione il testo della Commissione o il nostro emendamento, non avremo modo di manifestare la nostra volontà favorevole alla soppressione della norma.

Presidente Terracini. Se pongo in votazione il testo della Commissione, coloro che intendono sopprimerlo, votano contro.

Vi è una proposta di emendamento dell'onorevole Mortati, alla quale la Commissione non è contraria.

La proposta si differenzia dal testo della Commissione, in sostanza, perché vi premette le parole: «In deroga all'articolo 45», ed aggiunge la limitazione nel tempo, così formulata: «per non oltre un quinquennio dalla data di entrata in vigore della Costituzione».

Pongo in votazione il testo completo, formato cioè dalle due proposte dell'onorevole Mortati e dal testo della Commissione:

«In deroga all'articolo 45 sono stabilite con legge limitazioni temporanee alla eleggibilità ed al diritto di voto per i capi responsabili del regime fascista, per non oltre un quinquennio dalla data di entrata in vigore della Costituzione».

(È approvato).

Pongo in votazione l'emendamento aggiuntivo dell'onorevole Benedettini che, se accettato, dovrà essere coordinato col testo approvato:

«Dopo le parole: responsabilità fasciste, aggiungere: individuali già accertate con provvedimento definitivo».

(Non è approvato).

La seconda parte del suo emendamento, onorevole Benedettini, è già stata assorbita dalla formulazione Mortati, approvata dall'Assemblea.

Pongo allora in votazione l'emendamento aggiuntivo degli onorevoli Colitto e Marinaro, del seguente tenore:

«In nessun caso, però, potrà derogarsi a leggi precedenti più favorevoli e saranno rispettati i giudicati».

(Non è approvato).

Passiamo ora all'ordine del giorno proposto dal Comitato di redazione, del seguente tenore:

«L'Assemblea Costituente afferma che le limitazioni, di cui all'ultimo comma dell'articolo 1 delle disposizioni transitorie della Costituzione, sono da applicarsi a coloro che hanno ricoperto le seguenti cariche nel regime fascista e in quello repubblicano sociale fascista:

1°) ministri e sottosegretari di Stato in carica dal 5 gennaio 1925;

2°) senatori, tranne quelli non deferiti all'Alta Corte di giustizia o per i quali l'Alta Corte ha respinto la proposta di decadenza; deputati delle legislature XXVII, XXVIII e XXIX, tranne i deputati della XXVII che non giurarono o che furono dichiarati decaduti con la mozione del 9 novembre 1926 o che fecero parte della Consulta nazionale; consiglieri nazionali;

3°) membri del consiglio nazionale del partito fascista o del partito fascista repubblicano; membri del tribunale speciale per la difesa dello Stato e dei tribunali speciali della repubblica sociale fascista;

4°) alti gerarchi del partito fascista sino al grado di segretario federale (provinciale) incluso;

5°) ufficiali generali della milizia volontaria sicurezza nazionale in servizio permanente retribuito, eccettuati gli addetti ai servizi speciali; ufficiali della guardia nazionale repubblicana, delle brigate nere, delle legioni autonome e dei reparti speciali di polizia della repubblica sociale fascista;

6°) capi di provincia e questori nominati dalla repubblica sociale fascista».

L'onorevole Fuschini ha proposto il seguente emendamento:

«Aggiungere, dopo le parole: tranne i deputati della XXVII legislatura che non giurarono, le parole: o che esercitarono la opposizione nell'Aula».

«Aggiungere alle parole: o che fecero parte della Consulta nazionale, le parole: o dell'Assemblea Costituente».

L'onorevole Fuschini ha facoltà di svolgere il suo emendamento.

Fuschini. Mi pare che non ci sia bisogno di svolgimento per questo emendamento che è così semplice e chiaro. Volevo semplicemente osservare che, oltre ai deputati della XXVII legislatura, che furono dichiarati decaduti dal fascismo — che mandò via tutti i deputati dell'Aventino — vi era un numeroso gruppo di deputati, i quali rimasero nell'Aula e fecero opposizione, e di questi ritengo sia necessario di tener conto.

D'altra parte v'è anche un altro problema, ed è quello riguardante l'Assemblea Costituente. Vi sono deputati che non hanno fatto parte della Consulta Nazionale, ma fanno parte dell'Assemblea Costituente: mi pare che sia necessario dichiarare che essi sono esclusi da ogni restrizione di eleggibilità, perché sarebbe assurdo che un membro dell'Assemblea Costituente fosse dichiarato ineleggibile, quando è stato eletto nell'Assemblea Costituente. Mi pare che in tal modo egli abbia già avuto una sanatoria decisiva. Per queste ragioni insisto sull'emendamento.

Presidente Terracini. L'onorevole Uberti ha facoltà di esprimere il parere della Commissione.

Uberti. L'emendamento dell'onorevole Fuschini si compone di due parti: la prima non ritengo che sia necessaria, perché la formula «quelli che hanno fatto opposizione nell'Aula» comprende coloro che sono stati chiamati a far parte della Consulta Nazionale, per un preciso disposto della legge che ha convocato quest'ultima.

La seconda parte: «o dell'Assemblea Costituente» mi sembra che possa essere accettata, perché vi può essere qualche membro che non fece parte della Consulta Nazionale e che fa parte dell'Assemblea Costituente. Quindi la Commissione accetta l'aggiunta della seconda formula.

Presidente Terracini. Gli onorevoli Nasi, Foa, Schiavetti, Cianca, Codignola hanno presentato il seguente emendamento:

«Aggiungere un punto settimo: coloro che per la loro attività fascista siano stati esclusi dall'insegnamento o dagli albi professionali».

I firmatari hanno rinunziato allo svolgimento.

L'onorevole Uberti ha facoltà di esprimere il parere della Commissione.

Uberti. A questo ordine del giorno, che fu esaminato in sede di Comitato di redazione, e che fu il risultato di un accordo generale, a me sembra che non sia il caso di aggiungere nuove formulazioni, soprattutto di fronte al criterio fondamentale che ha seguito il Comitato di redazione di partire dal concetto di non far luogo a processi di nessun genere, ma che la copertura della carica significa obiettivamente esclusione dal voto.

Presidente Terracini. Passiamo alla votazione.

Onorevole Fuschini, lei limita il suo emendamento alla parte accettata dalla Commissione?

Fuschini. Insisto anche sulla prima parte.

Presidente Terracini. Allora, voteremo dapprima la parte introduttiva dell'ordine del giorno con il primo alinea; poi il secondo alinea con l'emendamento Fuschini.

Pongo in votazione la prima parte dell'ordine del giorno e il primo alinea:

«L'Assemblea Costituente afferma che le limitazioni, di cui all'ultimo comma dell'articolo 1 delle Disposizioni transitorie della Costituzione, sono da applicarsi a coloro che hanno ricoperto le seguenti cariche nel regime fascista e in quello repubblicano sociale fascista:

1°) ministri e sottosegretari di Stato in carica dal 5 gennaio 1925».

(Sono approvati).

Pongo in votazione le seguenti parole del secondo alinea:

«2°) senatori, tranne quelli non deferiti all'Alta Corte di giustizia e per i quali l'Alta Corte ha respinto la proposta di decadenza, deputati delle legislature XXVII, XXVIII e XXIX, tranne i deputati della XVII che non giurarono».

(Sono approvate).

Pongo in votazione la prima parte dell'emendamento Fuschini:

«o che esercitarono l'opposizione nell'Aula».

(Dopo prova e controprova e votazione per divisione, è approvata).

Pongo ai voti le successive parole del secondo alinea:

«o che furono dichiarati decaduti con la mozione del 9 novembre 1926 o che fecero parte della Consulta Nazionale».

(Sono approvate).

Pongo in votazione la seconda parte dell'emendamento Fuschini:

«o dell'Assemblea Costituente».

(È approvata).

Pongo in votazione le ultime parole del secondo alinea:

«consiglieri nazionali».

(Sono approvate).

Pongo in votazione il terzo alinea:

«3°) membri del consiglio nazionale del partito fascista o del partito fascista repubblicano; membri del tribunale speciale per la difesa dello Stato e dei tribunali speciali della repubblica sociale fascista».

(È approvato).

Pongo in votazione il quarto alinea:

«4°) alti gerarchi del partito fascista sino al grado di segretario federale (provinciale) incluso».

(È approvato).

Pongo in votazione il quinto alinea:

«5°) ufficiali generali della milizia volontaria sicurezza nazionale in servizio permanente retribuito, eccettuati gli addetti ai servizi speciali; ufficiali della guardia nazionale repubblicana, delle brigate nere, delle legioni autonome e dei reparti speciali di polizia della repubblica sociale fascista».

(È approvato).

Pongo in votazione il sesto alinea:

«6°) capi di provincia e questori nominati dalla repubblica sociale fascista».

(È approvato).

Passiamo all'emendamento aggiuntivo degli onorevoli Nasi, Cianca e altri:

«7°) coloro che per la loro attività fascista sono stati esclusi dall'insegnamento o dagli albi professionali».

Cianca. Chiedo di parlare.

Presidente Terracini. Ne ha facoltà.

Cianca. Io ho rinunciato a svolgere il mio emendamento, perché la sua dizione era così chiara che legittimava la nostra speranza che la Commissione lo avrebbe accettato. In realtà, era forse una speranza ingenua, di fronte alla stranezza degli avvenimenti ai quali assistiamo, per i quali accade che l'Assemblea respinga oggi quello che un mese e mezzo fa aveva accettato. (Commenti a destra).

Noi crediamo che l'Assemblea assuma una grave responsabilità, e l'assuma anche la Commissione, respingendo un emendamento il quale, inserito in una legge che contempla delle sanzioni politiche, tende a colpire degli uomini su cui queste responsabilità politiche gravano in modo inconfutabile. (Applausi a sinistra).

Nel nostro emendamento abbiamo contemplato le categorie di coloro i quali, attraverso l'insegnamento o attraverso il giornalismo, hanno avvelenato l'opinione pubblica, spingendo il Paese alla guerra e alla disfatta. (Applausi a sinistra).

Per quello che ci riguarda, noi vogliamo legare la Commissione e la maggioranza alle loro responsabilità dinanzi al Paese; noi assumiamo le nostre, insistendo nel nostro emendamento. (Applausi a sinistra Commenti a destra).

Presidente Terracini. Pongo in votazione l'emendamento aggiuntivo proposto dagli onorevoli Nasi, Cianca ed altri:

«7°) coloro che per la loro attività fascista siano stati esclusi dall'insegnamento o dagli albi professionali».

(È approvato — L'ordine del giorno è così approvato nel suo complesso).


 

[i] Non essendoci all'Assemblea Costituente deputati dai nomi Spallini e Grazzi, è possibile che il riferimento sia ai deputati Spallicci e Grazi o Grassi.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti