[Il 29 maggio 1947 l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale del Titolo quinto della Parte seconda del progetto di Costituzione: «Le Regioni e i Comuni».
Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]
Cifaldi. [...] Ed ancora, onorevoli colleghi, consentite che per l'esame dell'intero problema, io mi soffermi su un altro punto e cioè sulla preoccupazione di un contrasto, dell'urto che può sorgere fra regione e regione, per la tutela dei rispettivi interessi.
Noi abbiamo una dolorosa prova in quello che è successo in questi ultimi tempi, cioè nel momento di più grave pericolo e di più grave ambascia della nostra Nazione. Abbiamo visto nel 1943-44-45, nei momenti in cui la solidarietà era più indispensabile che mai fra regione e regione, abbiamo visto far ricorso a quelle forme protezionistiche con le quali ogni provincia tentava chiudersi nel suo piccolo ambito per sottrarsi alla concorrenza di altre zone o per sottrarsi alla avidità o al bisogno di altre limitrofe province. Ed allora, nei vari campi, ciascuna provincia ha chiesto ed ottenuto dal rispettivo prefetto che fosse vietata l'esportazione di questo o di quel genere.
Ora io domando, se da questo che è emerso così evidente, per cui Foggia, per esempio, vietava l'esportazione della favetta, o Savona vietava l'esportazione del legname, io mi domando se da questo non debba trarsi un elemento da renderci pensosi, in quanto si debba temere domani, costituite le regioni, una tutela mal interpretata dei vari interessi; perché l'onorevole Einaudi aveva voglia di affermare ieri che nessuna regione può pensare alla propria autosufficienza, e che nemmeno il nostro globo, quando venisse scoperto un altro mondo, potrebbe più chiudersi in sé stesso, non potendo trascurarsi che, di fronte ai bisogni ed alle proprie esigenze, ogni paese è tentato di ricorrere al provvedimento più facile e diretto, e cerca di evitare di esportare alcuni generi necessari in quel momento, e ricorre a provvedimenti ed a barriere proibite dal progetto di Costituzione...
Ambrosini. Ma a questo proposito l'articolo 113, all'ultimo comma, è tassativo!
Cifaldi. Siamo d'accordo, cari colleghi, questi provvedimenti sono proibiti dal nostro titolo V, ma tutto questo non servirebbe a nulla quando la violazione potesse effettuarsi attraverso la volontà di un Parlamento. E poiché nulla vi è mai di nuovo, consentite che io ricordi l'episodio che si legge nei Promessi Sposi, laddove Renzo apprende dal cugino Bartolo come Bergamo aveva dovuto inviare un dottore, «ma di quelli!», nientedimeno Lorenzo Torre, a Venezia per ottenere l'annullamento dei decreti dei rettori di Verona e di Brescia che avevano chiuso i passi e vietato il passaggio, nel loro territorio, delle duemila some di grano comprate previggentemente da Bergamo per combattere la carestia. Ed oggi noi abbiamo assistito a province che soffrivano la fame, ed abbiamo assistito a decreti prefettizi di blocco emanati da altre province nonostante le disposizioni inviate dal centro, con cui si proibiva di potere... proibire certe esportazioni. (Interruzione dell'onorevole Ambrosini). E finché si dovrà ricorrere, dagli organi in contrasto, all'Alta Corte, per annullare eventuali illeciti provvedimenti della regione, io penso che passeranno molti anni... (Interruzione dell'onorevole Ambrosini) per attendere l'annullamento. E neanche vale dire che occorre ai provvedimenti della regione il visto del Commissario del Governo, perché quando questo rappresentante del Governo venisse pressato da bisogni e da esigenze locali di grandi città, come ad esempio Napoli, Milano, Genova, egli non si potrebbe rifiutare, ed accoglierebbe senz'altro qualunque richiesta. Questo pericolo l'ha denunciato ieri l'onorevole Gullo: quando avrete creato l'organo, voi non potrete certo impedire che esso aumenti i suoi poteri e che vada acquistando una sempre maggiore autorità.
C'è poi un'altra preoccupazione, gravissima — che io intendo sottolineare alla vostra attenzione —, in materia di esportazione di mano d'opera. È accaduto ad esempio, in questi ultimi tempi, che il Prefetto di Matera ha proibito che andassero a lavorare in quella provincia operai disoccupati della zona vicina, di Andria, onde è sorto grave conflitto e grave preoccupazione perché si è maggiormente aggravata la miseria di lavoratori disoccupati della zona vicina cui ho accennato. Io temo che questo pericolo sia codificato nel titolo V della Costituzione, perché, onorevoli colleghi, all'articolo 113, ultima parte è detto: «Non possono istituirsi dazi d'importazione e d'esportazione, o di transito fra l'una e l'altra regione; né prendersi provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose». Ora io penso, che con la dizione libera circolazione si potrebbe intendere di escludere il soggiorno, onde potrebbe evitarsi il soggiorno in una regione di persone indesiderate. E quando consideriamo le facoltà di legiferazione concesse alla regione, e vediamo che all'articolo 109 è concesso alla regione potestà di emanare norme legislative in materia di: «strade, acquedotti e lavori pubblici di esclusivo interesse regionale», quando vediamo stabilito, all'articolo 112, che «la regione provvede all'amministrazione nelle materie indicate negli articoli 109 e 110», quando si osservi che la regione provvede a legiferare in materia di «polizia locale urbana e rurale», io mi domando come è possibile che, di fronte alla richiesta di una popolazione che chieda di essere esclusivamente impiegata in lavori da eseguirsi con le entrate della propria regione, per la esecuzione di un acquedotto o una strada di esclusivo interesse regionale, io mi chiedo, come possa evitarsi la emanazione di un divieto regionale che neghi lavoro a coloro che, andando da una parte all'altra d'Italia, credano di poter essere dovunque occupati, come liberi cittadini di questa nostra Patria. Mi pare che questa sia una cosa che debba preoccupare, e non è soltanto una fantasia, e perciò bisogna dedicarsi profondamente all'esame di questi articoli. Avremo impossibilità di emigrazione interna di mano d'opera, da regione a regione.
A cura di Fabrizio Calzaretti