[Il 19 aprile 1947, nella seduta pomeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale del Titolo secondo della Parte prima del progetto di Costituzione: «Rapporti etico-sociali».
Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]
Bernini. [...] Preghiamo gli amici repubblicani a considerare questi articoli 27 e 28 non solo in sé e per quello che letteralmente dicono, ma anche in funzione dell'ordinamento regionale che essi sostengono, e viceversa. Ciò vuol dire che, a suo tempo, quando discuteremo della regione, li inviteremo a considerarla in funzione e in relazione agli articoli 27 e 28, quali che essi siano nella loro stesura definitiva.
In altri termini, particolare gravità assumerà l'eventuale posizione di superiorità della scuola privata sulla scuola pubblica, qualora s'introducesse l'ordinamento regionale.
Del genuino pensiero liberale, espresso dal maggior pensatore che onori oggi l'Italia, non dubitiamo. Ma al nostro illustre collega onorevole Einaudi è attribuita nei verbali della seconda Sottocommissione una frase che merita d'essere chiarita. Egli si dichiara favorevole a dare ampio potere legislativo alla regione, non solo per l'istruzione elementare, ma anche per l'istruzione media e universitaria, in quello che è ora l'articolo 109 del progetto, che attribuisce alla regione potere legislativo in armonia con la Costituzione e con i principî generali, «perché non vede quali pericoli all'istruzione elementare potrebbero derivare dal togliere l'ingerenza in questa materia allo Stato, che finora non ha fatto altro che male».
Io temo che l'illustre economista, il quale ha parola di ampia lode e stima per gli insegnanti, sia tratto a vedere nella scuola una impresa puramente economica. Certo, lo Stato non è così abile amministratore come certi gestori di scuole private, ma non è con tale misura che conviene misurarne l'opera. (Approvazioni — Applausi a sinistra).
A cura di Fabrizio Calzaretti