[Il 24 settembre 1947, nella seduta pomeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue l'esame degli emendamenti agli articoli del Titolo primo della Parte seconda del progetto di Costituzione: «Il Parlamento».
È in discussione l'articolo 55 del progetto di Costituzione.
Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici del Titolo primo della Parte seconda per il testo completo della discussione.]
Presidente Terracini. A questo articolo sono stati presentati vari emendamenti. Il primo è quello dell'onorevole Nitti.
«Sostituire gli articoli 55 e 56 col seguente:
«Il Senato è eletto sulla base di un senatore per 200 mila abitanti.
«Il territorio della Repubblica è diviso in circoscrizioni elettorali, che eleggono un solo senatore ciascuna.
«A ogni Regione è inoltre attribuito un numero fisso di tre senatori.
«Sono elettori i cittadini che hanno compiuto 25 anni e sono eleggibili quelli che hanno compiuto 40 anni.
«Del Senato fan parte, salvo la loro rinunzia, gli ex Presidenti della Repubblica e gli ex Presidenti del Consiglio dei Ministri.
«Alla costituzione del Senato entrano a farne parte gli ex deputati che hanno appartenuto alla Camera dei deputati per cinque legislature, senza che però questo fatto costituisca alcun precedente per l'avvenire.
«Fanno parte del Senato il Presidente della Corte di cassazione di Roma, il Presidente del Consiglio di Stato, il Presidente della Corte dei conti e 6 professori di Università designati per elezione dal Consiglio superiore della pubblica istruzione.
«I senatori di nomina elettiva durano in carica sei anni e sono rinnovabili per un terzo ogni due anni».
[...]
Nitti. [...] Bisogna, quindi, prima di tutto, fissare l'idea del Senato. Il Senato e la Camera dei deputati sono due cose diverse, come sono nei Paesi dove il Senato ha funzionato, come negli Stati Uniti d'America, come era in Francia. Non è che la Camera e Senato devono essere soggetti alle stesse disposizioni. Il Senato non cade mai, il Senato non finisce; la Camera dei deputati può essere sciolta; il Senato, in nessun Paese, può essere sciolto. Perciò l'America ha trovato la maniera semplice di tenere la consultazione popolare sempre in movimento, in modo che si possa sapere ciò che il popolo pensa. In America dunque la Camera dei deputati dura due anni; il Senato dura sei anni; il Presidente della Repubblica dura quattro anni. Non è che queste istituzioni devono essere sincrone; possono e devono essere del tutto diverse, durare diversamente. Il Senato in America è una grande Assemblea, che regola, essendo poco numerosa, soprattutto la politica estera. La Camera dei deputati in America dura due anni, di modo che la Nazione sappia sempre ciò che il popolo vuole perché è consultato a brevi intervalli e ciò mette in condizioni di comprendere i mutamenti delle correnti popolari. Il Senato dura sei anni ed il Presidente della Repubblica dura quattro anni. Noi pretendiamo di fare queste istituzioni sincrone, cioè il Senato e la Camera dei deputati durano allo stesso modo cinque anni.
Il Senato può essere sciolto come la Camera dei deputati. In nessun Paese serio, dove esiste un Senato, il Senato può essere sciolto. Così è in America, così è stato sempre in Francia dopo la costituzione del 1875. Il Presidente della Repubblica dura quattro anni in America; durava sette anni in Francia. Periodo troppo lungo in Francia. In ogni modo, dunque, queste tre basi della vita costituzionale hanno una funzione e durata diverse. Prima di tutto bisogna raffigurare queste tre basi della vita nazionale e considerarle nella loro stessa essenza, di tal guisa che ci spieghiamo la distinzione. Noi pretendiamo l'uniformità. L'uniformità non ci può essere, perché l'uniformità soffoca.
In America il Senato dura sei anni ed è rinnovabile per un terzo ogni due anni; in Francia è durato finora nove anni (troppo lunga durata) rinnovabile per un terzo ogni tre anni.
[...]
Durata: negli Stati Uniti il Senato dura sei anni, ed è rinnovabile per un terzo ogni due anni; in Francia durava 9 anni, periodo troppo lungo, che deprimeva spesso la serietà dell'azione. Ma bisogna ricordare che il Senato di Francia ha salvato il Paese molte volte dalla dittatura, a cominciare dalla dittatura militare di Boulanger e da tutte le altre che furono concepite e si tentò di realizzare. Fu solo la resistenza del Senato, il cui Presidente osò affrontare personalmente il minaccioso generale, a salvare la dignità del Parlamento. Il Senato ha salvato per molto tempo la Francia dai tentativi fascistizzanti e fascisti di Tardieu e di Lavai, i quali, in forma diretta o indiretta, sognavano il fascismo in Francia.
A cura di Fabrizio Calzaretti