[Il 6 novembre 1946 la seconda Sottocommissione della Commissione per la Costituzione prosegue la discussione sull'organizzazione costituzionale dello Stato.]
Il Presidente Terracini. [...] Invita la Sottocommissione ad esaminare un nuovo argomento: come procedere per la rinnovazione della metà della seconda Camera, decaduta dopo 3 anni. A suo avviso il procedimento da escogitarsi è di una tale complicazione da far ritenere consigliabile non farne materia di costituzione, ma rinviarlo alla legge elettorale.
Fuschini e Piccioni sono dello stesso parere.
Nobile sostiene che la questione debba essere risolta perché, qualora si decidesse di procedere al sorteggio, si ammetterebbe implicitamente il ricorso al collegio uninominale, per la difficoltà di applicazione del criterio proporzionale. D'altra parte, gli inconvenienti possono essere maggiori o minori a seconda che si concepisca la metà come un'entità approssimativa o come un dato rigidamente aritmetico.
Piccioni pensa che dovrebbe essere rinnovata la metà dei rappresentanti di ogni singola regione e ricorda che l'onorevole Einaudi ha accennato ad un espediente che potrebbe essere preso in esame; considerare, cioè, decaduti per ogni collegio regionale coloro che nelle elezioni hanno riportato il minor numero di voti preferenziali.
Il Presidente Terracini rileva che molte difficoltà sarebbero superate, se si stabilisse che la rinnovazione della metà dei membri avviene regione per regione.
Nobile obietta che anche in questo caso le difficoltà di pratica attuazione sarebbero enormi. Infatti, nelle elezioni col sistema proporzionale, si hanno delle liste di partito e bisognerebbe per ogni regione escludere la metà degli eletti di ogni singolo gruppo politico, il che porterebbe addirittura ad un frazionamento dell'individuo.
Perassi spiega che nei paesi in cui esiste questo sistema di rinnovazione parziale si ricorre alla riunione di gruppi di stati o dipartimenti. Lo stesso criterio potrebbe seguirsi in Italia con le regioni.
Il Presidente Terracini avverte che, qualora la Sottocommissione venisse nella decisione di risolvere la questione in sede costituzionale, occorrerebbe incaricare un gruppo di colleghi particolarmente competenti di approfondirne l'esame e di elaborare uno schema di progetto. Ma, a suo parere, l'argomento ha un carattere non tanto politico, quanto tecnico; e sarebbe quindi più opportuno limitarsi in questa sede a determinare il principio (proporzionale o maggioritario) che dovrà applicarsi, rinviando per il resto alla Commissione che redigerà il progetto di legge elettorale per la seconda Camera, la quale avrà così una direttiva da cui non potrà dipartirsi.
Mortati, Relatore, aggiunge che qualora nel momento attuale si scendesse alla precisazione del modo di rinnovazione della metà della seconda Camera, si vincolerebbe il legislatore successivo a questa deliberazione, ponendolo forse nella condizione di non poter rispettare la proporzionale.
Il Presidente Terracini fa presente che le preoccupazioni che i colleghi avvertono sono comuni alla maggior parte dei membri della Costituente. Non si può pertanto temere che coloro che saranno chiamati a far parte della Commissione per la legge elettorale non faranno del loro meglio per ovviare agli inconvenienti segnalati.
Ambrosini conviene sull'opportunità del rinvio alla legge elettorale, soggiungendo che il sistema suggerito dall'onorevole Perassi di raggruppamenti di regioni è il più conveniente e quello che, senza alterare la composizione politica della seconda Camera, garantisce una rappresentanza approssimativamente ben distribuita dei vari interessi regionali.
Il Presidente Terracini pone ai voti il rinvio della materia alla legge elettorale.
(È approvata).
A cura di Fabrizio Calzaretti