[Il 15 ottobre 1946 la seconda Sottocommissione della Commissione per la Costituzione prosegue la discussione sull'organizzazione costituzionale dello Stato.
Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda al commento all'articolo 57 per il testo completo della seduta.]
Il Presidente Terracini ricorda che nella precedente seduta si decise di sospendere i lavori per consentire ai rappresentanti democristiani di partecipare a una riunione del loro Gruppo indetta per l'esame della dibattuta questione relativa alla formazione della seconda Camera. Invita pertanto i rappresentanti democristiani ad informare la Sottocommissione delle conclusioni a cui sono pervenuti.
Piccioni dà notizia che il suo Gruppo ha ritenuto che il progetto formulato in seguito ai contatti con alcuni colleghi, particolarmente quelli di parte socialista, non risponde innanzitutto alla esigenza pratica di una concreta realizzazione, e in secondo luogo alle necessità già prospettate dallo stesso Gruppo democratico cristiano, visto che pone fra l'altro come una pregiudiziale insuperabile l'elezione a suffragio universale diretto. I rappresentanti democristiani si trovano quindi nella necessità di ribadire i loro punti di vista particolari, ancorché sentano che essi non sono condivisi dalla maggioranza della Sottocommissione. Non si rifiutano, tuttavia, in linea subordinata, di esaminare, salvo ad apportarvi alcuni emendamenti che non ne modifichino la struttura fondamentale, lo schema presentato alla Presidenza dall'onorevole Perassi, in quanto esso, anche se non viene incontro al punto di vista particolare della rappresentanza degli interessi, pone tuttavia il problema in termini di più facile realizzazione e prevede l'elezione di secondo grado, che riveste una notevole importanza ai fini di impedire che la seconda Camera diventi un doppione della prima.
Il Presidente Terracini osserva che dalle dichiarazioni dell'onorevole Piccioni si può concludere che l'accordo auspicato fra i rappresentanti dei vari gruppi in merito alla questione della formazione della seconda Camera non è stato raggiunto.
V'è frattanto la proposta articolata dall'onorevole Perassi, sulla quale l'onorevole Piccioni ha detto di essere disposto a discutere, e che è così concepita:
«La seconda Sottocommissione, tenuti presenti i principî già adottati per quanto concerne il sistema bicamerale e la formazione della seconda Camera,
delibera di procedere alla formazione della seconda Camera sulla base dei criteri seguenti:
1°) la seconda Camera sarà interamente elettiva;
2°) è esclusa l'elezione, anche parziale, dei membri della seconda Camera da parte di distinti collegi elettorali costituiti su base professionale o di categorie;
3°) la seconda Camera sarà composta di 315 membri, di cui 300 eletti dalla regione e 15 dalla Camera dei Deputati (ovvero Assemblea Nazionale);
4°) i seggi attribuiti alle regioni saranno ripartiti in proporzione della rispettiva popolazione, previa assegnazione di 5 seggi a ciascuna regione;
5°) in ciascuna regione i membri della seconda Camera saranno eletti:
a) per un terzo dall'Assemblea regionale, con libera scelta fra cittadini aventi uno dei requisiti di capacità e di esperienza nei diversi rami dell'attività produttiva che saranno stabiliti dalla legge concernente l'elezione della seconda Camera;
b) per il resto da delegati dei consigli comunali, ciascuno dei quali eleggerà un numero di delegati che sarà determinato in relazione al numero degli elettori iscritti nel comune. Le modalità di applicazione saranno determinate dalla detta legge speciale;
6°) il requisito dell'età sarà stabilito in quello di 35 anni compiuti per tutte le categorie di membri della seconda Camera;
7°) per i membri della seconda Camera di elezione regionale sarà requisito di eleggibilità l'essere nato nella regione od avervi la residenza da almeno 5 anni;
8°) nessuno potrà essere contemporaneamente membro delle due Camere».
Piccioni propone di votare per divisione l'ordine del giorno dell'onorevole Perassi e di mettere innanzi tutto in votazione la disposizione contrassegnata dal n. 2.
Il Presidente Terracini accede al desiderio dell'onorevole Piccioni e pone pertanto in votazione la seguente formula contrassegnata dal n. 2 nell'ordine del giorno Perassi:
«È esclusa l'elezione, anche parziale, dei membri della seconda Camera da parte di distinti collegi elettorali costituiti su base professionale o di categorie».
Piccioni dichiara, a nome del suo gruppo, di votare contro. Tiene altresì a far presente che il pensiero del suo Gruppo, in merito al problema della formazione della seconda Camera, è rappresentato dai seguenti punti contenuti nell'ordine del giorno dell'onorevole Mortati:
[...]
«Art. 4. — I seggi di senatori assegnati ad ogni regione sono per metà coperti con elezioni a suffragio universale, e per l'altra metà con elezione da effettuarsi nell'ambito di speciali collegi elettorali, formati in base alla rappresentanza dei cittadini ad una delle seguenti categorie di attività produttiva:
a) agricoltura e pesca;
b) industria, comprese quelle dei trasporti e bancaria;
c) commercio;
d) scuola e cultura;
e) giustizia;
f) urbanistica, sanità ed igiene;
g) amministrazione pubblica.
«Art. 5. — L'assegnazione del numero dei membri da eleggere dalle singole categorie nell'ambito di ciascuna regione sarà fatta con legge costituzionale da sottoporre a revisione periodica ogni 10 anni, tenendo conto del diverso grado di efficienza di ognuno.
«Art. 6. — I procedimenti elettorali per la nomina dei due gruppi dei senatori saranno determinati da apposita legge.
«Art. 7. — Partecipano alle elezioni per la parte dei senatori da eleggere a suffragio universale tutti i cittadini i quali abbiano compiuto il 25° anno di età. Sono elettori nei collegi speciali i cittadini appartenenti alle singole categorie che abbiano compiuto il 21° anno di età (oppure che abbiano raggiunta la maggiore età).
«Art. 8. — Sono eleggibili alla carica di senatore i cittadini i quali, oltre a possedere i requisiti richiesti per le elezioni alla Camera dei Deputati, abbiano raggiunto l'età di anni 40 e abbiano ricoperto per almeno due anni una delle seguenti cariche:
(Omissis).
«Per l'elezione nei collegi speciali occorre altresì che i candidati appartengano effettivamente alla categoria corrispondente a ciascuno dei collegi stessi».
(Il n. 2 dell'ordine del giorno Perassi è approvato con 17 voti favorevoli e 10 contrari).
[...]
Laconi rileva che la formula proposta dall'onorevole Perassi implica già, pur senza dirlo esplicitamente, l'elezione di secondo grado, in quanto parla di eletti dalla regione. Chiede pertanto che la votazione avvenga su una formula più semplice, con la quale si stabilisca se la elezione della seconda Camera debba avvenire sulla base del suffragio universale, diretto e segreto, ovvero mediante elezione di secondo grado.
[...]
Bozzi propone di passare senz'altro alla discussione della formula contrassegnata dal n. 5 nell'ordine del giorno dell'onorevole Perassi, perché essa appunto investe tutta la questione in esame.
Il Presidente Terracini crede preferibile prendere in considerazione la proposta dell'onorevole Laconi, in vista della sua semplicità, mentre con la formula del n. 5 si dà già per accettata una soluzione e si stabilisce il modo di attuarla.
Lussu dichiara di votare in favore della elezione di secondo grado, nel desiderio di arrivare ad una conclusione che sia accettata dalla maggioranza della Sottocommissione.
Fabbri fa presente che sarebbe stato favorevole al suffragio diretto qualora i componenti della seconda Camera fossero stati effettivamente i rappresentanti delle forze vive della Nazione.
Lami Starnuti dichiara che non sarebbe contrario ad una elezione di secondo grado, se il sistema proposto offrisse determinate garanzie. Poiché nessuno dei sistemi di secondo grado finora escogitati gli sembra offrire le necessarie garanzie, voterà a favore dell'elezione a suffragio diretto.
La Rocca voterà per la elezione di primo grado, perché ritiene che con essa si potrà avere la più ampia rappresentanza, compresa quella delle forze vive e delle categorie professionali e si assicurerà maggiore autorità e prestigio alla seconda Camera.
Ambrosini è favorevole all'elezione di secondo grato per le ragioni già da lui esposte nella seduta precedente.
Codacci Pisanelli voterà per la elezione di secondo grado, anche in considerazione dell'opportunità di giungere ad una formazione della seconda Camera diversa da quella della prima, cosa che è prevista in quasi tutte le Costituzioni degli altri Stati.
Il Presidente Terracini pone in votazione il principio che l'elezione della seconda Camera avvenga con il sistema del suffragio diretto.
(Con 11 voti favorevoli e 15 contrari, non è approvato).
Fa presente che con la votazione testé avvenuta resta implicitamente approvato il principio che l'elezione della seconda Camera debba avvenire con il sistema del suffragio di secondo grado.
A cura di Fabrizio Calzaretti