[Il 15 settembre 1947 l'Assemblea Costituente prosegue la discussione generale dei seguenti Titoli della Parte seconda del progetto di Costituzione: Titolo I «Il Parlamento», Titolo II «Il Capo dello Stato», Titolo III «Il Governo».
Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della discussione.]
Russo Perez. [...] L'articolo 55 dice che la Camera dei senatori sarà eletta a base regionale. Non mi spavento troppo di questa frase, per quanto vorrei che si dicesse: «La Camera dei senatori è eletta a base territoriale; ad ogni Regione sarà attribuito tale numero di senatori». Perché io vorrei ricordare il meno possibile questo sacrificio che si è imposto al corpo dell'Italia peninsulare, regionalizzandola, anche suo malgrado.
Rubilli. Un siciliano dice questo. E la Sicilia?
Russo Perez. Ho detto di proposito «Italia peninsulare».
Rubilli. Facciamo due Italie; quante Italie ci sono?
Russo Perez. Cari colleghi, dimostratemi che vi sia un'altra Regione, per la quale la concessione dell'autonomia sia atto di saggezza politica come per la Sicilia, ed io diventerò autonomista anche per quella Regione.
Rubilli. Può darsi pure che ve ne pentiate.
Uberti. L'abbiamo dimostrato!
Mazza. È vero che metterete la tassa sul sale?
Russo Perez. S'intende; così vi faremo pagare il sale più caro per rifarci di una parte dei quattrini che ci costano certe industrie del Nord.
Come vedete, il disaccordo è quasi pieno. Durante i lavori preparatori l'onorevole Perassi disse, invece, che tutti i commissari erano d'accordo che la seconda Camera dovesse essere espressione di interessi regionali. L'onorevole Lussu, sempre un po' eccessivo, arrivò perfino a volerla chiamare «Camera delle Regioni».
Si è discusso, durante i lavori preparatori, se questa elezione di secondo grado dovesse esser fatta dai Consigli comunali; i Consigli comunali furono bocciati. Ma non ci si accorse che le stesse ragioni, per le quali fu considerato opportuno escludere i Consigli comunali, avrebbero dovuto far consigliare l'esclusione delle Assemblee regionali.
A me pare che gli assessori, i deputati regionali, gli onorevoli, come loro piace chiamarsi — tra poco in Italia tutti i cittadini saranno onorevoli, tranne i detenuti per reati comuni; perché per i reati politici, dal piombo dei mitra all'oro delle medaglie, il giudizio varia col tempo e con gli uomini — abbiano già troppe attribuzioni, perché si possa dar loro anche quella di eleggere i senatori.
Le ragioni per cui non ritengo opportuno che siano le Assemblee regionali ad eleggere i membri della Camera Alta sono diverse. Anzitutto in codesti consessi (Consigli comunali, Assemblee regionali) vi è già la divisione ferrea dei partiti, quindi la partitocrazia imporrebbe la sua legge anche alla seconda Camera, che verrebbe ad essere formata per forza e schieramento dei gruppi contrapposti, in modo analogo ai consessi che hanno svolto il ruolo di elettori di secondo grado.
In secondo luogo si accrescerebbe oltre misura l'influenza della Regione sulla Nazione, onde, mentre l'onorevole Ruini disse che si era scelto questo sistema in base alla nuova struttura dello Stato, io penso che sarebbe stato opportuno scartarlo precisamente a cagione della nuova e, secondo me, infausta struttura dello Stato.
A cura di Fabrizio Calzaretti