[Il 24 ottobre 1946 la prima Sottocommissione della Commissione per la Costituzione prosegue la discussione sui principî dei rapporti sociali (culturali). — Presidenza del Deputato Corsanego.

Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda al commento all'articolo 33 per il testo completo della discussione.]

Il Presidente Corsanego osserva che in linea di fatto e di diritto, nella parola «enti», oltre quelli religiosi, rientrano anche i comuni, le Province ed il futuro Ente regione, i quali, con l'articolo in discussione, avranno il diritto di aprire scuole non statali, che possono anche essere parificate. Data la necessità di scuole professionali diverse nelle varie regioni, si darebbe modo ai comuni di creare scuole professionali alle quali potrebbero accedere i meno abbienti e coloro che, pur non avendo la capacità per arrivare ad una cultura superiore, hanno invece la necessità di conseguire, per esempio, un diploma di operaio specializzato o di coltivatore scelto.

[...]

Mancini, a proposito dell'osservazione del Presidente, relativa alle scuole professionali, osserva che l'affermazione del diritto di ogni cittadino all'educazione ed all'istruzione deve essere interpretata come la fine della scuola professionale, la quale perpetuerebbe nell'ambiente scolastico quella divisione di classe, che è purtroppo nella società attuale, e che invece dovrebbe scomparire, in quanto tutti gli alunni devono avere la possibilità di conseguire gratuitamente una licenza e di completare i loro studi, senza venire assorbiti dai campi e dalle officine per le necessità economiche.

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Il Presidente Corsanego chiarisce che non intendeva con l'istruzione professionale sostituire quella istruzione che si è affermato debba essere impartita a tutti i ragazzi, qualunque sia la classe sociale a cui appartengono; ma dal momento che in Italia vi è una carenza di operai specializzati, che agisce sfavorevolmente anche nei riguardi della emigrazione, auspicava che si moltiplicassero le scuole professionali necessarie per la loro formazione.

Togliatti ritiene prematura ogni discussione sulla scuola professionale, che deve essere rinviata in sede di esame dell'articolo 4, in cui si riserva di proporre l'obbligo dell'insegnamento fino ai 14 anni. In tal modo la scuola professionale non avrà più un carattere deteriore di succedaneo di una istruzione che viene data a chi è povero.

 

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A cura di Fabrizio Calzaretti