[Il 24 marzo 1947, nella seduta pomeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue l'esame degli emendamenti agli articoli delle «Disposizioni generali».]
Presidente Terracini. L'ordine del giorno reca: Seguito della discussione del progetto di Costituzione della Repubblica italiana. L'altro giorno, è stato approvato l'articolo primo; occorre adesso esaminare la richiesta presentata dagli onorevoli Fanfani, Tosato, Meda, Gronchi, Angelini, Balduzzi, Avanzini, Ponti, Carratelli, Taviani, Quintieri Adolfo di collocare gli articoli 6 e 7 del Progetto — salvi gli emendamenti di sostanza proposti — subito dopo l'articolo 1.
La Commissione, già interpellata, ha dichiarato di accettare la proposta. Se non vi sono opposizioni, procederemo in tal senso.
(Così rimane stabilito).
Passiamo quindi all'esame dell'articolo 6 del progetto di Costituzione:
«Per tutelare i principî inviolabili e sacri di autonomia e dignità della persona e di umanità e giustizia fra gli uomini, la Repubblica italiana garantisce i diritti essenziali agli individui ed alle formazioni sociali ove si svolge la loro personalità e richiede l'adempimento dei doveri di solidarietà politica, economica e sociale».
Sono stati presentati a questo articolo numerosi emendamenti, alcuni dei quali sono già stati svolti nel corso della discussione generale.
Così, è già stato svolto quello dell'onorevole Condorelli:
«Sopprimerlo e riaffermare nel preambolo i principî, che in esso articolo sono formulati e che peraltro animano tutte le Disposizioni generali, e particolarmente gli articoli 1 e 7».
È stato pure svolto l'emendamento presentato dagli onorevoli Basso, Targetti e Malagugini:
«Sostituirlo col seguente:
«La Repubblica garantisce i diritti essenziali dell'uomo nella sua vita individuale ed associata e richiede l'adempimento dei doveri di solidarietà politica, economica e sociale».
Il primo emendamento non ancora svolto è quello dell'onorevole Benvenuti:
«Sostituirlo col seguente:
«La Repubblica riconosce e garantisce la autonomia, la libertà e la dignità della persona umana come diritti naturali e inalienabili.
«Essa riconosce e garantisce altresì i diritti essenziali delle formazioni sociali in cui si svolge la personalità di ciascun uomo».
L'onorevole Benvenuti ha facoltà di svolgerlo.
Benvenuti. Onorevole Presidente, il contenuto del mio emendamento è stato trasfuso nell'emendamento Fanfani, dal quale viene pertanto assorbito e al quale mi associo.
Presidente Terracini. Segue l'emendamento dell'onorevole Fanfani, firmato anche dagli onorevoli Grassi, Moro, Tosato, Bulloni, Ponti, Clerici:
«Sostituirlo col seguente, da collocarsi come articolo 2:
«La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità; e richiede l'adempimento dei doveri di solidarietà politica, economica e sociale».
Un emendamento identico è stato presentato dagli onorevoli Amendola, Laconi, Iotti Leonilde, Grieco.
Moro. Quale firmatario dell'emendamento chiedo di svolgerlo.
Presidente Terracini. Ne ha facoltà.
Moro. Basteranno, credo, poche considerazioni per dar ragione dell'emendamento proposto da noi e dai colleghi comunisti, in quanto l'emendamento di cui ora discutiamo non è di sostanza, ma essenzialmente di forma: obbedisce, cioè, a ragioni di opportunità. Non ho pertanto da svolgere considerazioni di carattere politico, ma soltanto da far presente ai colleghi quali sono le ragioni di opportunità che ci hanno indotti a presentare questo emendamento.
Nel corso della discussione generale, e già prima, nel corso della discussione in sede di Commissione, al progetto primitivo di questo articolo erano state fatte delle critiche, le quali sostanzialmente vertevano su questo punto: che si tratti di un articolo il quale contiene una finalizzazione della libertà individuale, della dignità della persona. Sembrava perciò che fosse piuttosto un'indicazione di carattere politico, umanistico, da trasferire in un preambolo, anziché un preciso articolo di Costituzione a contenuto giuridico. Da un altro punto di vista si era osservato che le formazioni sociali di cui si parla in questo articolo come titolari di diritti che la Repubblica italiana riconosce e garantisce non sono facilmente individuabili. Si chiedeva perciò che vi fosse una precisazione su questo punto.
Mossi da queste preoccupazioni, abbiamo cercato di sfrondare e semplificare l'articolo, eliminando anzitutto quella indicazione finalistica che è al principio della formula del progetto di Costituzione, là dove è detto: «Per tutelare i principî inviolabili e sacri di autonomia e dignità della persona e di umanità e giustizia fra gli uomini». Abbiamo riconosciuto che effettivamente queste espressioni possono apparire ridondanti e non confacenti alla natura stringata di un articolo di legge costituzionale.
D'altra parte la finalizzazione contro la quale si sono rivolte, entro certi limiti, giustamente, le critiche dell'onorevole Lucifero da una parte, e dall'onorevole Basso dall'altra, non è veramente essenziale, e può considerarsi implicita in una retta interpretazione dell'articolo così come esso viene formulato.
Un po' più importante è l'altro emendamento da noi proposto: invece di parlare, come nella primitiva formulazione, di diritti essenziali e degli individui e delle formazioni sociali, noi diciamo attualmente che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità.
Abbiamo obbedito a due diverse esigenze: da un lato, come si notava, si trattava di dare una migliore specificazione ed individuazione di queste formazioni sociali, alle quali vogliamo vedere riconosciuti i diritti essenziali di libertà. E le individuiamo e specifichiamo in questo modo, presentandole come quelle nelle quali si esprime e si svolge la dignità e la libertà dell'uomo. Facendo riferimento all'uomo come titolare di un diritto che trova una sua espressione nella formazione sociale, noi possiamo chiarire nettamente il carattere umanistico che essenzialmente spetta alle formazioni sociali che noi vogliamo vedere garantite in questo articolo della Costituzione.
E da un altro punto di vista, il parlare in questo caso di diritti dell'uomo, sia come singolo, e sia nelle formazioni sociali, mette in chiaro che la tutela accordata a queste formazioni è niente altro che una ulteriore esplicazione, uno svolgimento dei diritti di autonomia, di dignità e di libertà che sono stati riconosciuti e garantiti in questo articolo costituzionale all'uomo come tale. Si mette in rilievo cioè la fonte della dignità, dell'autonomia e della libertà di queste formazioni sociali, le quali sono espressioni della libertà umana, espressione dei diritti essenziali dell'uomo, e come tali debbono essere valutate e riconosciute.
In questo modo noi poniamo un coerente svolgimento democratico; poiché lo Stato assicura veramente la sua democraticità, ponendo a base del suo ordinamento il rispetto dell'uomo guardato nella molteplicità delle sue espressioni, l'uomo che non è soltanto singolo, che non è soltanto individuo, ma che è società nelle sue varie forme, società che non si esaurisce nello Stato. La libertà dell'uomo è pienamente garantita, se l'uomo è libero di formare degli aggregati sociali e di svilupparsi in essi. Lo Stato veramente democratico riconosce e garantisce non soltanto i diritti dell'uomo isolato, che sarebbe in realtà una astrazione, ma i diritti dell'uomo associato secondo una libera vocazione sociale.
Con questi chiarimenti e con queste correzioni di forma, che potranno non essere perfette (neppure noi siamo assolutamente soddisfatti della formulazione), ma che sono le migliori che noi abbiamo saputo trovare per esprimere questo concetto essenziale, mi pare che questo articolo della Costituzione assuma una forma stringata e più propria, una forma più giuridica e che in conseguenza debbano ritenersi meno fondate le obiezioni che da vari colleghi sono state sollevate, e tendenti ad escludere questo articolo, nel suo complesso, dalla Carta costituzionale. Così posto, esso ha un netto significato giuridico e contribuisce a definire un aspetto essenziale dei fini caratteristici, del volto storico dello Stato italiano.
Ed io mi auguro che verso la formula che noi abbiamo elaborato si rivolgano le simpatie della maggior parte dei colleghi, tanto che questo articolo — il quale esprime una posizione fondamentale nella costruzione del nuovo Stato italiano — possa raccogliere la quasi unanimità dei consensi, perché esso, anche attraverso questa larga votazione, si manifesti come una pietra fondamentale del nuovo edificio politico costituzionale che noi stiamo elevando. (Applausi al centro).
Presidente Terracini. All'articolo 6 è stato presentato un emendamento da parte dell'onorevole Russo Perez:
«Sopprimere le parole: umanità e».
Poiché l'onorevole Russo Perez non è presente, si intende che l'emendamento è decaduto.
Segue l'emendamento dell'onorevole Nobili Oro:
«Trasferire gli articoli 6 e 7 alla Parte Prima, sotto un Titolo I da dedicare ai «Diritti della personalità umana», salvo ad assegnarli, poi, definitivamente al ventilato Preambolo».
Poiché l'onorevole Nobili Oro non è presente, s'intende che l'emendamento è decaduto.
Pongo in votazione l'emendamento dell'onorevole Condorelli all'articolo 6:
«Sopprimerlo e riaffermare nel preambolo i principî, che in esso articolo sono formulati e che peraltro animano tutte le Disposizioni generali, e particolarmente gli articoli 1 e 7».
(Non è approvato).
È stato presentato dagli onorevoli Rodinò Mario, Selvaggi ed altri, il seguente emendamento:
«Sostituire l'articolo 6 con il seguente:
«Lo Stato riconosce e garantisce l'autonomia, la libertà e la dignità della persona umana come diritti inviolabili ed inalienabili».
L'onorevole Rodinò Mario ha facoltà di svolgerlo.
Rodinò Mario. Noi aderiamo all'emendamento presentato dall'onorevole Fanfani e da altri colleghi, svolto dall'onorevole Moro.
Vorremmo semplicemente chiedere, se è possibile sostituire alla parola «uomo», la parola «cittadino». In tal modo la dizione sarebbe la seguente:
«La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili del cittadino, sia come uomo, sia come componente delle formazioni sociali ecc.».
Presidente Terracini. L'onorevole Moro ha facoltà di rispondere.
Moro. Ringrazio l'onorevole Rodinò della sua adesione al nostro emendamento. Ma non credo che si potrebbe — senza svisare in larga parte il significato dell'articolo — sostituire alla parola «uomo» la parola «cittadino». È vero che consideriamo l'uomo anche nelle sue manifestazioni di appartenenza alla società politica, ma l'intento specifico è quello di mettere in luce la complessa natura dell'uomo, la quale trova espressione nobilissima nelle manifestazioni politiche del cittadino, ma non si esaurisce in esse.
Quindi pregherei l'onorevole Rodinò, in considerazione di quanto esposto, di voler aderire all'emendamento così come è stato formulato.
Rodinò Mario. Chiedo di parlare.
Presidente Terracini. Ne ha facoltà.
Rodinò Mario. Desidero chiarire che noi non vogliamo sopprimere né il concetto, né la parola «uomo». La nostra proposta è di dire: «garantisce i diritti inviolabili del cittadino, sia come uomo, sia come componente delle formazioni sociali». (Commenti).
Presidente Terracini. Ha facoltà di parlare l'onorevole Presidente della Commissione per la Costituzione.
Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione. Il compito mio, come presidente e relatore della Commissione, è semplice, perché ormai si è realizzata una unanimità che non è un compromesso. È generalmente riconosciuta l'opportunità di convogliare nel testo di questo articolo i due emendamenti, anzi lo stesso emendamento Fanfani ed Amendola.
Le ragioni sono chiare; e le ha esposte l'onorevole Moro: si ottiene uno snellimento e la liberazione da una certa finalizzazione che poteva apparire ridondante. Tutto ciò a vantaggio della semplicità dell'articolo.
Debbo pure convenire con la tesi dell'onorevole Moro che per la dichiarazione dei diritti individuali «uomo» è termine più ampio che «cittadino». Ed è l'espressione specifica e primigenia in questa materia; e molto meglio aderisce all'idea fondamentale che la persona umana ha diritti i quali trascendono la stessa Costituzione.
Alla formulazione «diritti dell'uomo e delle forme sociali» è poi preferibile l'altra dell'uomo «sia come singolo, sia nelle formazioni sociali», perché mette in luce che il fondamento è sempre la personalità umana, anche se si traduce in diritti delle formazioni sociali.
Vorrei aggiungere un rilievo che era certamente nel pensiero stesso dei proponenti, i quali hanno aderito alla mia tenace insistenza perché in questo articolo si mettano insieme come lati inscindibili, come due aspetti dei quali uno non si può sceverare dall'altro, i diritti e i doveri. Concetto tipicamente mazziniano, che si era già affacciato nella Rivoluzione francese, ed ormai è accolto da tutti, è ormai assiomatico. Il segreto dell'articolo è qui. Nello stesso tempo che si riconoscono i diritti inviolabili della personalità umana, si ricorda che vi sono dei doveri altrettanto imprescindibili dei quali lo Stato richiede l'adempimento. Non credo che questo saldo abbinamento troverà difficoltà fra voi.
Presidente Terracini. Chiedo all'onorevole Rodinò Mario se, dopo le dichiarazioni dell'onorevole Moro e dell'onorevole Presidente della Commissione, insiste ancora nel suo emendamento.
Rodinò Mario. Non insistiamo e aderiamo senz'altro all'emendamento Moro.
Presidente Terracini. Gli onorevoli Basso, Targetti e Malagugini hanno proposto di sostituire l'articolo 6 col seguente:
«La Repubblica garantisce i diritti essenziali dell'uomo nella sua vita individuale ed associata e richiede l'adempimento dei doveri di solidarietà politica, economica e sociale».
Ha chiesto di parlare l'onorevole Malagugini. Ne ha facoltà.
Malagugini. Noi constatiamo, con soddisfazione, come i concetti fondamentali esposti nel nostro emendamento siano stati fatti propri dai colleghi Fanfani ed altri della Democrazia cristiana, da Amendola ed altri del Partito comunista. Infatti tra le due formule divergenze sostanziali non ve ne sono.
Alla nostra dizione «la Repubblica garantisce», Fanfani e Amendola aggiungono — e non abbiamo difficoltà ad accettare, benché l'aggiunta ci sembri superflua — un «riconosce» per cui la frase diventa «la Repubblica riconosce e garantisce».
Noi diciamo «i diritti essenziali»; gli altri dicono «inviolabili». Si potrebbe discutere sulla maggiore o minore opportunità dell'una o dell'altra formula, ma non è il caso.
Noi usiamo l'espressione «dell'uomo nella sua vita individuale ed associata»; gli altri dicono più verbosamente «sia come singolo, sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità».
Tutto il resto dell'articolo, e precisamente la seconda parte: «e richiede l'adempimento dei doveri di solidarietà politica, economica e sociale», è contenuto in tutti e tre gli emendamenti.
Per queste ragioni, cioè per non sottilizzare nelle parole, a nome del Gruppo socialista, non ho difficoltà di ritirare l'emendamento presentato. (Rumori —Commenti a sinistra). Ho già detto in precedenza che, per la sua maggiore concisione e specialmente per quell'aggettivo «inviolabili», anziché «essenziali», mi parrebbe preferibile la nostra formulazione...
Una voce. E allora?
Malagugini. E allora, poiché vedo l'accoglienza che alcuni colleghi di questo settore hanno riservato alla mia proposta di ritiro, dettata dal proposito di guardare alla sostanza più che alla forma e dal desiderio di non perder tempo, io sarei ben lieto se la votazione potrà avvenire sull'emendamento da noi presentato, anziché su quello proposto dagli altri colleghi. (Commenti).
Presidente Terracini. Ella, dunque, insiste nel suo emendamento?
Malagugini. Non insisto.
Crispo. Chiedo di parlare.
Presidente Terracini. Ne ha facoltà.
Crispo. Desidero dichiarare che se fosse ritirato questo emendamento, lo farei mio.
Presidente Terracini. L'emendamento a firma Basso, Targetti, Malagugini è stato ritirato. L'onorevole Crispo dichiara di farlo suo; esso resta quindi valido.
Crispo. Vorrei dire la ragione per la quale a me sembra preferibile l'ordine del giorno Basso-Targetti a quello Fanfani.
Presidente Terracini. Sta bene, ma brevemente, poiché l'emendamento è già stato svolto.
Crispo. Vorrei innanzi tutto rilevare che mi sembra inutile il verbo «riconoscere» quando si adopera, come nel caso in esame, il verbo «garantire». «Garantire» suppone un riconoscimento, ed è, dunque, più di un riconoscimento.
Vorrei inoltre rilevare che l'aggettivo «essenziali» risponde meglio al concetto che si voleva esprimere, perché resterebbe a domandarsi quali siano i diritti inviolabili. Tutti i diritti possono essere inviolabili. Qui si vuole precisare la natura fondamentale dei diritti che sono garantiti dalla Costituzione, ma non sono costituiti dalla Costituzione, che sono, cioè, precedenti alla Costituzione; quindi «essenziali» è l'aggettivo che, meglio rispondendo al concetto che si vuole esprimere, dovrebbe essere sostituito dall'altro «inviolabili».
Terza osservazione: quando si dice «nella sua vita individuale ed associata» si adopera un'espressione che risponde esattamente al concetto espresso dall'onorevole Fanfani, senza adoperarsi l'espressione «individui e formazioni sociali». Non solo nella forma, ma anche nel concetto, l'emendamento Basso-Targetti-Malagugini risponde meglio a quello che si voleva esprimere con l'emendamento Fanfani.
Presidente Terracini. Debbo ora porre in votazione l'emendamento Basso-Targetti-Malagugini fatto proprio dall'onorevole Crispo.
Carboni. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
Presidente Terracini. Ne ha facoltà.
Carboni. Sostanzialmente i due emendamenti esprimono lo stesso concetto. La differenza è, più che altro, una differenza di forma, di stile. L'emendamento Basso è più conciso, più aderente a quella che deve essere la forma delle disposizioni di una Costituzione; e quindi dichiaro che il gruppo che rappresento voterà a favore di esso.
Laconi. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
Presidente Terracini. Ne ha facoltà.
Laconi. Devo dichiarare a nome del mio gruppo che noi, per quanto ci rendiamo perfettamente conto delle ragioni che hanno motivato la presentazione dell'emendamento, prima Basso-Targetti-Malagugini ed ora Crispo, non possiamo aderirvi per le seguenti ragioni: perché riteniamo che l'articolo 6, come è attualmente concepito, costituisca una sorte di introduzione a quei diritti civili, politici, etici e sociali che vengono subito dopo enunciati nella prima parte del progetto di Costituzione; e riteniamo che nella forma che ha l'emendamento Fanfani-Amendola, siano meglio espressi quei principî di solidarietà politica, sociale ed economica i quali hanno nella Parte Prima della Costituzione un loro appropriato svolgimento. Per queste ragioni noi voteremo per l'emendamento Fanfani-Amendola.
Caroleo. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
Presidente Terracini. Ne ha facoltà.
Caroleo. Trovo esatte le spiegazioni date dall'onorevole Crispo e quindi voterò il suo emendamento.
Presidente Terracini. Pongo in votazione l'emendamento Basso-Targetti-Malagugini fatto proprio dall'onorevole Crispo.
(Non è approvato).
Vi è ora una proposta dell'onorevole Mazzei per modificare l'emendamento Fanfani nel senso che alla espressione: «sia nelle formazioni sociali» si sostituisce l'altra: «sia come appartenente alle formazioni sociali».
Domando all'onorevole Mazzei se intende svolgere questo suo emendamento.
Mazzei. Il gruppo repubblicano aderisce all'emendamento proposto dagli onorevoli Fanfani ed altri. Aderisce per le considerazioni fatte dal Presidente della Commissione per la Costituzione, quando ha detto che, in fondo, è un concetto mazziniano che si afferma. Ed aderisce anche per un altro motivo e cioè che nel principio affermato nell'articolo 6 è implicita una concezione dello Stato che poggia sui diritti individuali, essenziali dell'uomo, che vengono poi riconosciuti dallo Stato; vale a dire i diritti di libertà sono anteposti alla stessa formazione statale, come esigenza inderogabile di qualsiasi stato civile. Aderiamo, dunque, ma ci limitiamo a raccomandare che sia evitato quello... svarione (Interruzioni al centro), correggendo l'espressione secondo la formula da me proposta.
Presidente Terracini. Chiedo ai proponenti dell'emendamento, che ora dobbiamo porre in votazione, se accettano la proposta di mutazione di forma dell'onorevole Mazzei e di altri numerosi colleghi.
Caldera. Chiedo di parlare.
Presidente Terracini. Ne ha facoltà.
Caldera. L'emendamento Basso ormai è caduto e, perciò, probabilmente rimarrà l'emendamento Fanfani. Qualora fosse approvato questo emendamento, proporrei che, per rispetto alla lingua ed al linguaggio legale, fosse tolta la parola «riconosce» e alla parola «formazioni» si sostituisse: «associazioni». La parola «formazioni» non risponde alle esigenze concettuali della vita sociale e nel linguaggio moderno ha un significato anche militare. Meglio, dunque, risponde la parola «associazioni».
Presidente Terracini. Mi pare che queste non siano modificazioni di forma, ma di sostanza. Ad ogni modo chiedo all'onorevole Moro ed agli altri proponenti se accettano queste modificazioni, nonché quella presentata dall'onorevole Mazzei.
Moro. Ringrazio i colleghi della loro collaborazione. Mi pare difficile in questo momento introdurre le modificazioni proposte, innanzitutto perché non sono convinto che esse incidano soltanto sulla forma. Mi pare che resti compromessa qualche sfumatura che noi proponenti abbiamo attentamente meditato, non solo in questa sede, ma nel corso di lunghi mesi di discussione in sede di Commissione.
Non posso accettare quindi le proposte, perché penso che non siano soltanto formali. Nelle intenzioni dei proponenti sono certo soltanto formali, ma a me pare che tocchino in qualche modo, sia pure in sfumature, il senso dell'articolo. Se si tratta, del resto, soltanto di questione di forma — e può darsi che io mi sbagli ora in questa valutazione affrettata — credo che si possano accettare queste proposte come raccomandazione per la stesura che ne farà successivamente il Comitato di redazione. Quindi accettiamo soltanto a titolo di raccomandazione.
Presidente Terracini. L'onorevole Mazzei insiste nella sua proposta?
Mazzei. Non capisco come l'onorevole Moro, mio carissimo amico e valente giurista (Commenti), non si accorga che non c'è alcuna variazione di contenuto nella mia proposta.
Raccomando, in ogni caso, che ne sia tenuto conto, perché noi dobbiamo votare formule precise che non diano adito alla stampa quotidiana di affermare che ignoriamo la sintassi.
Presidente Terracini. L'onorevole Caldera insiste nella sua proposta?
Caldera. Insisto.
Presidente Terracini. Essendo stata la proposta Mazzei trasformata in semplice raccomandazione, pongo ai voti le variazioni all'emendamento Fanfani-Amendola e altri, proposte dall'onorevole Caldera.
(Non sono approvate).
Devo ora porre in votazione la formulazione dell'articolo 6 proposta dagli onorevoli Fanfani-Amendola e altri, che dovrà diventare articolo 2 del testo definitivo:
«La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità; e richiede l'adempimento dei doveri di solidarietà politica, economica e sociale».
Lucifero. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
Presidente Terracini. Ne ha facoltà.
Lucifero. Ho chiesto di parlare soltanto per chiarire il mio pensiero. Io voterò a favore dell'articolo così come viene proposto. Ma ho sentito fare delle raccomandazioni, e concordo con l'onorevole Moro nel vedere nelle variazioni di forma proposte anche delle variazioni di sostanza. Tengo a chiarire che io penso che, quale che possa essere la elaborazione formale che il progetto definitivo dovrà subire, sostanzialmente quelle che sono le sue affermazioni non devono comunque poter essere mutate.
Presidente Terracini. Pongo in votazione l'articolo sostitutivo testé letto.
(È approvato — Vivi applausi).
A cura di Fabrizio Calzaretti